Cominciano a delinearsi le prime reazioni dei lavori in merito alla nuova opzione di pensionamento anticipato tramite la quota 100, sulla quale sono emersi dettagli importanti nelle ultime settimane. È il caso del comparto scolastico, al quale appartengono insegnanti e personale ATA, figure professionali che rischiano di essere penalizzate da un eventuale vincolo anagrafico d'ingresso fissato secondo le ultime ipotesi di area governativa a 64 anni di età. Uno scenario che di fatto per moltissimi non riuscirebbe a rappresentare un vero superamento della legge Fornero.

Riforma pensioni e Quota 100: la preoccupazione sul vincolo anagrafico

La questione del limite anagrafico nell'avvio della flessibilità previdenziale ha in effetti l'obiettivo di rendere sostenibile la nuova quota 100 rispetto alle esigenze di tenuta dei conti. Il problema è che le aspettative dei lavoratori erano slegate da vincoli anagrafici, pertanto in molti si attendevano, ad esempio, di poter uscire con 60 anni di età e 40 anni di versamenti. In questo caso, la platea dei potenziali destinatari nel comparto scolastico è stimata attorno alle 140mila persone. Di fatto, limitare le uscite a chi ha compiuto almeno 64 anni avrebbe la conseguenza di dimezzare i potenziali beneficiari, portandoli a circa 70mila persone.

Le valutazioni di convenienza sulle eventuali penalizzazioni

Oltre a quanto appena esposto, c'è un secondo elemento da prendere in considerazione rispetto agli eventuali vincoli della nuova quota 100. Assieme al paletto anagrafico è stata infatti ipotizzata anche l'applicazione di una penalizzazione sul valore del futuro assegno.

Nella pratica, si parla di effettuare un ricalcolo contributivo della quota maturata dal 1996, con l'effetto di tagli anche elevati (a doppia cifra percentuale) sul valore della pensione. È chiaro che davanti alla possibilità di ridurre in modo deciso l'assegno contro un anticipo temporale che per diversi lavoratori potrebbe essere piuttosto limitato, in molti potrebbero decidere di attendere la maturazione dei requisiti ordinari di quiescenza.

Con la conseguenza di vanificare l'opzione di anticipo in arrivo con la nuova legge di bilancio.

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