E' botta e risposta tra il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio e Repubblica sulla questione del taglio delle Pensioni d'oro. Il quotidiano si è sentito tirato in ballo nel post di Di Maio di ieri, 13 agosto 2018, in merito a false interpretazioni delle intenzioni del Governo Conte sulla riforma delle pensioni e sui tagli agli assegni a partire dai 4 mila euro mensili pubblicando, anche sul proprio sito, il progetto di legge a firma dei deputati Molinari e D'Uva depositato alla Camera con tanto di simbolo del M5S. Nel progetto di legge è riportata la tabella che incrocia le età di uscita dal 1974 al 2018 e i nuovi limiti di età pensionabile, una sorta di rielaborazione dei requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia dal 1974 ad oggi, adeguati per bienni e trienni, secondo i nuovi parametri dei partiti di Governo, il M5S e la Lega di Salvini.

Come abbiamo ampiamente illustrato nel nostro articolo di ieri, l'obiettivo della tabella alla quale stanno lavorando i due partiti è quello di procedere ad una redistribuzione degli importi delle pensioni, tagliando quelle di chi abbia beneficiato oltremodo delle pensioni anticipate degli ultimi quattro decenni avendo versato contributi in misura minore rispetto a quanto spettante per godere dell'elevato importo mensile, passato e futuro.

Tagli pensioni d'oro su assegni di vecchiaia e uscita anticipata: il calcolo di Salvini e Di Maio

L'interpretazione della tabella dei tagli delle pensioni pubblicata da Repubblica negli ultimi due giorni è stato il motivo della discussione avvenuta sulla pagina Facebook di Di Maio.

Secondo quanto calcolato dal quotidiano, sulla base dell'iniziativa di legge di Molinari e D'Uva, i tagli delle pensioni riguarderebbero gli assegni pensionistici a partire dai 4 mila euro mensili netti, corrispondenti alle pensioni di 80 mila euro lordi annuali, importo al di sotto del quale, comunque, non si potrà procedere con i tagli, in base ad una salvaguardia contenuta nel disegno stesso.

Tuttavia, le pensioni decurtate saranno le uscite anticipate e gli assegni di vecchiaia, con tipologie di lavoratori più penalizzati come i militari e le donne. L'analisi di Repubblica è stata attaccata sulla propria pagina Facebook da Di Maio: "C'è qualche giornalista del quotidiano che teme di perdere la propria pensione d'oro?

- ha scritto il vicepresidente del Governo - Leggendo l'articolo pieno di falsità pubblicato da Repubblica viene da pensare proprio di sì". Nel post, Di Maio spiega quale sarà l'obiettivo del Governo in tema di riforma delle pensioni: i tagli serviranno ad eliminare le sperequazioni e le ingiustizie, rimuovendo quelle pensioni d'oro che che non sono rette da sufficienti contributi versati. In collaborazione con l'Inps, si stanno ricostruendo le storie contributive dei pensionati che abbiano un assegno superiore ai 4 mila euro mensili. I tagli che verranno applicati dal Governo potrebbero interessare una platea tra i 158 mila e i 188 mila pensionati, forse anche 200 mila. Il principio è quello che le pensioni dovranno essere ricalcolate in base a quanto effettivamente versato.

Calcolo uscita per le pensioni e nuove età fissate da M5S e Lega: donne e militari penalizzati

Il post di Di Maio sul taglio delle pensioni è stato contestato da Repubblica che ha commentato a distanza di circa due ore dalla pubblicazione. Il quotidiano rimanda al mittente l'ipotesi di notizia "bufala" e di "falsità" avanzata da Di Maio spiegando che l'articolo contestato dal capo del M5S si basa sul progetto di iniziativa dei due deputati Molinari e D'Uva. "Il vicepresidente del Consiglio mostra di non avere la minima conoscenza dei temi di cui sta parlando - attacca il quotidiano - Nella tabella pubblicata si ricalcola l'età della pensione di vecchiaia sulla speranza di vita attuale, adottando una penalizzazione sulle pensioni basata sul metodo retributivo".

In altre parole, il ricalcolo dei requisiti delle pensioni verrebbe effettuato applicando l'attuale speranza di vita in maniera retroattiva fino ad arrivare all'anno 1974. Dai calcoli emerge che le donne (non più di 30 mila secondo Di Maio) sarebbero le più penalizzate perché in passato l'età di uscita per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici era sensibilmente più bassa rispetto a quella degli uomini. Oltre alle donne, si legge nell'articolo pubblicato da Repubblica nella giornata di ieri, anche i militari rischierebbero grosse penalizzazioni in conseguenza delle carriere che prevedevano criteri di uscita molto più bassi rispetto alle altre categorie lavorative.