L'ex presidente dell'Inps, nell'ambito di un'intervista rilasciata a Repubblica, ha offerto il proprio pensiero su quelli che potrebbero essere gli scenari previdenziali del futuro in Italia. Un'analisi in cui ha manifestato molte perplessità su quelle che sono state le scelte operate dall'esecutivo attualmente in carica e che, non a caso, sono state spesso oggetto di scontro fino a quando ha occupato il ruolo di dirigente numero uno dell'Inps. Un parere, il suo, che getta ombre su quello che potrebbe essere il futuro di chi oggi ha venti o trent'anni e che pone l'attenzione anche su una condotta che non sta favorendo lo strategico inserimento dei migranti nel mondo del lavoro e, di conseguenza, il loro eventuale versamento di contributi.

Quota 100 è anche nel mirino dell'Europa

Come è noto sono giorni in cui l'Europa ha innestato il meccanismo che potrebbe portare ad una procedura d'infrazione per eccesso di debito. A Bruxelles, tra le altre cose, non hanno gradito il superamento della legge Fornero sulla base di quelli che sarebbero i numeri dei conti dello Stato Italiano. Quota 100 e dunque l'uscita anticipata dal lavoro, vengono viste da Boeri come una mannaia che si abbatte sul futuro dei giovani. In primis perché i pensionamenti non favoriscono l'immediato inserimento nel mondo del lavoro delle nuove generazioni. E riguardo al mondo occupazionale colpisce una frase dell'ex presidente dell'Inps quando esclude che possa essere considerato alla stregua di "un autobus all'ora di punta in cui si sale solo se scende qualcuno".

"Il numero dei posti di lavoro - sottolinea - non è fisso e questa misura avrà come effetto non una maggiore occupazione, ma un maggior peso sulle tasche dei giovani". Restano, perciò, i costi a lungo termine di Quota 100, ma non ci sarebbe vantaggio per i giovani.

Boeri critico anche per altri aspetti

Boeri, finito spesso allo scontro dialettico con Salvini e Di Maio, manifesta perplessità anche rispetto ad altre scelte fatte dall'esecutivo.

Il reddito di cittadinanza, ad esempio, lo considera un disincentivo al lavoro, oltre che una misura concepita in modo sbagliato considerato che si occupa dei singoli e non tenendo conto di nuclei più numerosi. Boeri, poi, si sofferma in maniera critica su come si sta affrontando il problema migranti: . "La mia impressione, però - ha detto l'economista - è che si faccia di tutto per impedire ai migranti di pagare regolari contributi e contribuire al sistema di protezione sociale". Parole che, dunque, ancora una volta il fatto che l'ex presidente dell'Inps non fosse in accordo con molte delle linee di pensiero dell'attuale governo.