A gennaio ripartiranno i tavoli di confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle Pensioni, in particolare sulle modalità di uscita anticipata da lavoro, con obiettivo fissato sulle modifiche alla quota 100. A tal proposito, un tavolo tecnico si è formato al Cnel: Tiziano Treu, Alberto Brambilla, Cesare Damiano, Michele Faioli, Marco Lombardi, Angelo Pandolfo e Michele Raitano hanno discusso del superamento della quota 100 a partire dal 1° gennaio 2022 e, quindi, di una soluzione allo scalone di uscita nel sistema pensionistico che verrà a crearsi al termine dei tre anni di sperimentazione della quota 100.
Una prima bozza di riforma delle pensioni potrebbe essere imperniata su quella che verrebbe definita la "Quota 100 bis", una misura che andrebbe ad aumentare il requisito anagrafico minimo previsto attualmente e ad abbassare gli anni di contributi richiesti.
Riforma pensioni anticipate: ultime novità di oggi, allo studio 'Quota 100 bis'
In realtà, la proposta che arriva dal Cnel prevede anche un nuovo modello delle pensioni anticipate a quota 100 basato sul sistema contributivo, un meccanismo già applicato negli anni sulle proroghe di uscita con opzione donna. In più, come sottolineato dal Presidente dell'Inps Pasquale Tridico, è necessario che la riforma delle pensioni possa garantire la flessibilità in uscita dei lavoratori sulla base della gravosità dei lavori.
Il "pensatoio" tecnico sulle pensioni istituito al Cnel, cui dovrà seguire il tavolo delle trattative al Governo con i sindacati, propone di modificare la composizione dei requisiti di uscita della quota 100 a partire dal 1° gennaio 2022 innalzando l'età minima dei 62 anni a 64 e abbassando gli anni di contributi da 38 a 36.
È una soluzione più in linea con i dati forniti dall'Inps sulle pensioni nel 2019 a quota 100: infatti, l'età di uscita non si è assestata immediatamente a 62 anni perché la misura ha garantito, soprattutto, due o tre anni di anticipo rispetto ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia. Dunque, una buona media dei neopensionati del 2019 ha lasciato il lavoro intorno ai 64 anni tanto è vero che, realmente, la quota di uscita si è assestata a 103.
Pensioni anticipate, quota 100 come opzione donna: contributivo con uscita a 64 anni e 36 di contributi
Di certo, la riforma delle pensioni anticipate e le modifiche alla quota 100 dovranno garantire una buona sintesi tra le esigenze di uscita flessibile dei lavoratori e il rientro dei versamenti nel meccanismo del contributivo. Proprio per questo motivo, sull'esempio di un'altra misura che rimarrà in vigore anche nel 2020, ovvero l'opzione donna, accanto alle modifiche dell'età e dei contributi richiesti ai quotisti per andare in pensione, i tecnici del Cnel vorrebbero proporre un modello di flessibilità, più precisamente di scelta, in base al quale i lavoratori che dovessero optare per questa soluzione dovrebbero anche accettare il ricalcolo della pensione interamente con il meccanismo contributivo, come avviene per l'opzione donna.
Si tratterebbe di una riforma strutturale rispetto alla quota 100 in vigore fino al 31 dicembre 2021: infatti, nel momento in cui venne istituita un anno fa, il governo giallo-verde decise per la soluzione delle pensioni anticipate senza alcuna riduzione dei trattamenti previdenziali fermo restando che, nel secondo anno di sperimentazione, ovvero il 2020, il maggior peso del sistema contributivo rispetto al retributivo (si calcola mediamente il 60-65% delle pensioni), dovrebbe produrre un fisiologico abbassamento delle domande di pensione anticipata rispetto alle 193 mila pervenute quest'anno.