Il bonus 500 euro pagato, per due mensilità nel 2020, a badanti, colf e baby-sitter, dovrà essere allargato anche alle badanti precarie, con contratti di lavoro interinali, escluse qualche mese fa dal beneficio Inps assicurato ai lavoratori domestici per l'emergenza Covid. È quanto ha deciso il Tribunale del Lavoro di Genova nella sentenza di qualche giorno fa secondo la quale per il pagamento del bonus "va sostenuta una platea ampia", alla stregua del riconoscimento in senso inclusivo delle indennità pagate dall'Inps per altre categorie lavorative come gli stagionali del settore turistico e termale che, proprio in questi giorni, sono in attesa delle indennità del 2021 del decreto "Sostegno".
Bonus Inps aprile e maggio 2020: colf, badanti e baby-sitter che potevano presentare domanda
L'introduzione del bonus 500 euro per i badanti, spettante per i mesi di aprile e maggio 2020, era stato operato dal decreto "Rilancio" del maggio scorso, che includeva nell'indennità anche le colf e le baby-sitter. Il messaggio dell'Inps numero 2184 del 26 maggio 2020 aveva dato attuazione al riconoscimento del bonus disciplinando, in maniera restrittiva, le disposizioni del decreto stesso e dando la possibilità di presentare domanda ai "lavoratori domestici non conviventi col datore di lavoro che, alla data del 23 febbraio 2020, avevano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali".
Dalla misura del sostegno al reddito sono risultati esclusi i badanti assunti con contratto interinale.
Ed è stato proprio il caso preso in giudizio dal Tribunale di Genova nei confronti di una lavoratrice 40enne che ha presentato causa all'Inps per ottenere il bonus 500 euro spettante ai lavoratori del settore domestico in piena emergenza per la prima ondata di Covid.
Lo stesso Istituto di previdenza si era arroccato per respingere la domanda definendo il diritto a ricevere l'indennità "insussistente", in quanto la lavoratrice "nel periodo considerato dalla norma, risultava iscritta come lavoratrice non domestica". In concreto, la lavoratrice era sì domestica nell'accezione della mansione, ma svolgeva le proprie prestazioni tramite un'agenzia interinale dalla quale risultava "formalmente" dipendente.
Vincono le badanti interinali nel riconoscimento del bonus Inps di 500 euro
Il cavillo dell'Inps per il mancato riconoscimento del bonus 500 euro è stato rigettato dal Tribunale di Genova in considerazione dell'inquadramento della vicenda all'epoca della prima ondata della pandemia da Coronavirus. "Le misure di sostegno al reddito nell'eccezionale momento della pandemia da Covid-19 devono tendere, evidentemente, a fornire un sostegno economico a una platea il più ampia possibile", ha sentenziato il giudice che ha inteso nel senso più inclusivo possibile le categorie lavorative da tutelare, a prescindere dai tecnicismi dell'inquadramento contrattuale. Basandosi sui bonus e sulle indennità prese in esame dal giudice nell'emettere la sentenza, emerge il parallelismo tra il bonus pagato per due mesi dall'Inps nel 2020 ai domestici, colf e badanti, e l'applicazione del principio di estensione adottato per il riconoscimento delle indennità stesse alle altre categorie lavorative tutelate dal legislatore anche nei decreti successivi a quello del maggio scorso.
Colf e badanti come stagionali, somministrati e lavoratori del turismo nel pagamento bonus
Infatti, nel decreto "Rilancio", ma anche nei successivi decreti del governo Conte II e in attesa del decreto "Sostegno" di Mario Draghi, la volontà del legislatore di includere nei vari bonus e indennità "una platea di lavoratori il più ampia possibile" emerge da "plurimi esempi di interventi eccezionali per categorie di lavoratori, estesi anche gli omologhi con contratto in regime di somministrazione". È il caso dei lavoratori stagionali e degli stabilimenti termali, o delle stesse categorie lavorative impiegate in settori diversi da quelli turistici, ai quali è stato corrisposto, per varie mensilità, il bonus poi aumentato a 1.000 euro nei successivi decreti di agosto e "Ristori" di ottobre, novembre e dicembre. Indennità che il legislatore ha, secondo le conclusioni del giudice di Genova, esplicitamente inteso in senso inclusivo anche alle medesime categorie che lavorano in regime di somministrazione.