Sono in arrivo modifiche e nuovi emendamenti al decreto legge "Pnrr 2" nella parte relativa alle riforma della scuola. Dopo lo sciopero della Scuola del 30 maggio 2022, la maggioranza ha posto delle condizioni al governo per la conversione in legge del provvedimento. Le priorità della riscrittura degli emendamenti sono mosse dai malumori di piazza e dei sindacati scolastici con il deciso "no" al taglio della Carta del docente per reperire le risorse necessarie alla formazione finanziata e agli scatti anticipati di carriera degli insegnanti; la revisione del sistema di assunzione dei nuovi docenti mediante concorsi ai quali potranno iscriversi solo i laureati con 60 crediti formativi; l'eliminazione, da subito, delle 'crocette' dalle prove dei concorsi pubblici nella scuola.
Riforma scuola 2022, la maggioranza chiede al governo di non tagliare la Carta docenti e le classi
Le richieste della maggioranza al governo riguardanti il decreto legge 36, cosiddetto "Pnrr 2" di riforma della scuola, sono contenute negli emendamenti presentati nella fase di conversione in legge al Senato. In particolare, la richiesta principale riguarda i fondi per la scuola. Ovvero la ridefinizione delle risorse senza dover necessariamente tagliare la Carta del docente. L'attuale testo del decreto prevede il taglio di 90 milioni di euro dei 381 milioni stanziati annualmente per il bonus docenti di aggiornamento professionale, da dirottare alla formazione finanziata e agli scatti anticipati per il 40% del corpo insegnanti che inizierà i corsi facoltativi.
Da eliminare, secondo i partiti di maggioranza, anche il riferimento al taglio delle 11.600 cattedre per una spesa stimabile intorno ai 380 milioni di euro. Il governo, dunque, dovrà provvedere allo stanziamento di 470 milioni per la scuola da altre risorse, probabilmente da una revisione in sede di aggiornamento del Documento di Economia e Finanze (Def).
Scuola, in bilico il sistema dei Cfu per la partecipazione al concorso degli aspiranti docenti
In bilico anche il sistema di reclutamento dei docenti con i correttivi proposti sui crediti formativi universitari (Cfu) necessari per partecipare ai Concorsi Pubblici. Il decreto prevede che, per la partecipazione ai concorsi nella scuola, sia necessario il conseguimento di 60 Cfu degli aspiranti docenti durante gli anni di studio all'università.
Per i docenti precari, con almeno 36 mesi di servizio nella scuola come supplenti, l'ammissione al concorso è svincolata dai crediti formativi anche se i Cfu dovranno essere conseguiti ugualmente durante il primo anno di insegnamento successivo al superamento del concorso. Le osservazioni mosse dalla maggioranza hanno evidenziato la possibilità che gli studenti vadano fuori corso per conseguire i crediti formativi durante gli anni di laurea. Sulla questione, il Partito democratico ha proposto il conseguimento dei crediti formativi solo a partire dalla laurea magistrale e non dalla triennale come previsto attualmente dal decreto Pnrr 2. Inoltre, per i docenti precari con 36 mesi di servizio nella scuola, i crediti formativi potrebbero sparire del tutto nel caso in cui l'aspirante insegnante abbia prestato servizio per almeno un anno nella specifica disciplina della classe di concorso per la quale si candida.
Concorso scuola, sparizione da subito delle prove con le 'crocette' e assunzioni previste fino al 2024
Peraltro, la riforma della scuola nella parte dei concorsi pubblici ha ricevuto varie critiche nelle ultime settimane per la questione delle "crocette" alle prove degli aspiranti docenti. La maggioranza, a tal proposito, ha presentato emendamenti per eliminare, fin da subito, i quiz a crocetta con la sostituzione delle domande a risposta aperta. L'attuale sistema dei test a risposta chiusa è criticata soprattutto per i modesti risultati ottenuti dagli aspiranti docenti agli ultimi concorsi nella scuola. A tal proposito, solo pochi giorni fa il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si era espresso a Bruxelles sulla necessità di eliminare le risposte a "crocetta" dai concorsi pubblici solo dopo le assunzioni di 70mila nuovi docenti entro il 2024. Tale dichiarazione sta spingendo le forze di maggioranza a chiedere che i test a risposta chiusa possano essere sostituiti nell'immediato.