Furti d'auto. Un problema che esiste da decenni e che l'hi-tech non sembra certo aver risolto. Anzi, secondo l''ultimo Dossier elaborato da LoJack Italia, la new technology al volante non fa che aiutare i ladri. Vuoi per la crisi economica, vuoi per dispositivi sempre più manipolabili con le tecnologie, i furti d'auto sono generalmente in aumento, sia in Europa che negli Usa. Basti solo dire che, come sottolinea il dossier, i profitti generati dal business dei furti d'auto si aggirano intorno ai 20 miliardi di euro. Vediamo come agiscono i ladri per i loro furti d'auto e quali sono i modelli più a rischio.
Furti d'auto, come agiscono i ladri
Per farsi un'idea di come l'hi-tech faciliti i ladri nel loro lavoro disonesto, basti dire che ad esempio in Italia il fenomeno riguarda il 20% dei furti d'auto realizzati nelNord Italia, dove, essendoci maggiore prosperità economica, i residenti hanno più auto caratterizzate da sistemi tecnologici. I ladri si avvalgono di sistemi di ri-programmazione della chiave, utilizzando la connessione alla porta Obd, vale a dire quella della diagnostica della vettura. I ladri ottengono così una nuova chiave in meno di un minuto. Anzi, in taluni casi, perfino meno di quindici secondi. Gli strumenti utilizzati dai ladri hanno anche costi importanti, che si aggirano tra i 10 e i 50.000 euro, a seconda del livello di complessità.
Allarmando così case automobilistiche e ovviamente i proprietari delle auto stesse.
Furti d'auto grazie a hi-tech, quali sono le auto più a rischio
Secondo il dossier di LoJack Italia, le auto più esposte ad essere rubate da malintenzionatisono quelle immesse sul mercato negli ultimi cinque anni, le quali godono dei nuovi dispositivi hi-tech.
Nel dossier compaiono poi anche i nomi delle auto più soggette ai furti, come Mercedes classe E; Bmw serie 3, 5, X5 e X6; tutte le Range Rover. In America, l'Fbi ha ideato un sito nel quale cita le auto maggiormente a rischio e consiglia quali precauzioni adottare. In futuro questo tipo di furti d'auto è destinato a crescere.
Infatti, entro il 2020 si calcola che in strada ci saranno circa 250 milioni di auto connesse, ognuna con più di cinquanta potenziali punti di debolezza. Numeri allarmanti, che mostrano ancora una volta quanto la Tecnologia abbia i suoi difetti e contraltari.