C'è una nuova parola che è entrata, con forza, nei vocabolari e nei palazzi della politica. È lo streaming. La trasparenza nei confronti dei cittadini, lanciata e ripetuta come un mantra dal Movimento 5 Stelle. Abbiamo assistito, ormai, a molti incontri in diretta web: quello tra Grillo e Bersani dopo le politiche del 2013, poi quello fra Renzi e il solito Beppe Grillo, fino ad arrivare all'ultimo incontro fra le due delegazioni di Partito Democratico e M5S. È bello poter vedere cosa accade in un confronto tra forze politiche. Ci piace l'idea di poter facilmente scardinare quei vecchi muri intrisi di potere e patti segreti.

Una connessione, un pc e sei protagonista di accordi, scissioni, e strette di mano; cosa che solo pochi anni fa potevi solo immaginare, o leggere sui giornali. Ma siamo sicuri che streaming significhi davvero soluzioni politiche, intese e decisioni importanti?

La storia ci insegna che ogni patto di rilevanza politica è stato preso senza pressioni esterne, senza una telecamera, o occhi puntati addosso. Già, perché molto spesso sembra quasi di assistere ad un talk show. Ognuno cerca di apparire più forte dell'altro, di battere l'interlocutore. Ciò che si perde è il motivo principale per cui ci si è riuniti intorno ad un tavolo: trovare un accordo. Ma oltre al fatto che nessuno è sé stesso davanti ad una telecamera, si pensa all'elettorato che ci sta vedendo, a sfruttare l'occasione per spostare un po' i consensi.

Inoltre, molto spesso, si perde anche il tema dei contenuti.

Prendiamo, per esempio, l'ultimo confronto tra Luigi di Maio, vice presidente della camera, e Matteo Renzi Presidente del Consiglio: davvero in quei minuti si è risolto qualcosa di politicamente rilevante? Certamente, avere gli occhi dei tuoi elettori addosso ti impone un comportamento corretto e positivo, ma allo stesso tempo ridurre la politica ad uno spettacolo è la cosa peggiore che può capitare in una società, diceva Guy Debord (scrittore e filosofo francese).

In conclusione, non bisogna certo rifuggire questo nuovo modo di aprirsi a tutti: la democrazia e i tempi che stiamo vivendo, d'altronde, ce lo impongono; ma forse a volte è meglio, per tutti, se certe decisioni vengano prese "alla vecchia maniera". Si potrebbe, in seguito all'accordo, fare una conferenza stampa congiunta per spiegare meglio i vari punti dell'intesa, ma è davvero necessario essere presenti in qualsiasi decisione?

Il dibattito è aperto.