Con la politica che va in vacanza, si aprono nuove questioni che il partito del Pd si accinge a dover affrontare. Si tratta di temi molto caldi che nei giorni scorsi hanno interessato direttamente il partito di maggioranza e che quindi rischia di esporlo ulteriormente agli attacchi delle opposizioni ed al giudizio degli elettori. La linea mantenuta finora dal premier Renzi è quella di "andare avanti con le riforme" fiduciosi del lavoro sin qui svolto e che ancora non basta. Proprio in occasione dell'ultima conferenza di Palazzo Chigi, Renzi ha ricordato le riforme avviate dal governo, ultime in ordine di tempo quelle della pubblica amministrazione e della Rai.

Pertanto, ci si aspetta che siano proprio questi i punti su cui verterà la discussione e su cui la minoranza Dem chiederà maggiori chiarimenti, oltre il caso del meridione che ha interessato già la discussione interna del partito nei giorni scorsi.

RAI

La nuova riforma della Rai ha alzatoun polverone, in particolare dal M5S, il quale accusa il governo di aver mantenuto un forte coinvolgimento dei partiti in materia di servizio pubblico radiotelevisivo.Questo sembra rafforzare il carattere digitale dei grillini di affidarsi sempre più alla rete, piuttosto che ai mezzi tradizionali di comunicazione.Da parte sua, proprio Renzi ha declinato questa accusa nel corso della conferenza della presidenza del consiglio, sottolineando invece l'alta preparazione ed esperienza dei nuovi consiglieri e la loro sostanziale distanza dalla collaborazione stretta con i partiti.

Probabilmente su questo il premier sarà chiamato a rispondere e chiarire le scelte prese circa una riforma che, sebbene lasci spazio al parlamento di fare le sue decisioni sulle nomine, sembra rimanere un'influenza governativa.

SUD

L'altro aspetto importante su cui il PD è chiamato a rispondere, così come il governo in generale, è la mai cessata "Questione meridionale" che rischia di divenire strutturale dopo i dati svimez.

A tal riguardo sempre Renzi aveva reclamato di finirla con i "piagnistei" e di mettersi all'opera. Tuttavia il problema c'è e bisogna rendersi conto che la vera questione è quella di rischiare di perdere una parte del paese, che resta aldilà di tutto fondamentale. Il reale punto della tema "sud" non rimane però solo economico.

Infatti la paura più grande, su cui sia i dirigenti del PD che i vertici del governo dovrebbero riflettere, è di natura sociale e culturale.Potremmo perdere irreparabilmente un'intera area del paese a causa delle difficoltà, della poca speranza e della volontà di tanti di abbandonare la propria terra piuttosto che restare e non riuscire a vedersi riconoscere i propri meriti. Ovviamente, individuare e capire il problema resta un elemento centrale, così come lo è trovare le soluzioni che possano rimettere in piedi il sud, trovando decisioni ad hoc per permettere alle regioni e popolazioni del meridione di rialzare la testa. Perché se anche il più debole cresce e lo fa bene, allora l'intero paese nel suo insieme ne può beneficiare, ma qui ciò che adesso si sta giocando è un' importante partita sul futuro di coloro che per troppo tempo hanno aspettato la possibilità di rimettersi al passo ma non ce l'hanno avuta.