Ancora una giovane vittima, stavolta nel quartiere Sanità, cuore del centro storico del capoluogo campano.Gennaro, 17 anni, è stato vittima di un raid armato. Un caso, purtroppo, non isolato, sulla scia dei recenti fatti di cronaca nel Rione Traianoo nel quartiere Materdei.

Si tratta delle nuove leve dei clan camorristici della zona che, sparando all'impazzata con armi di diverso calibro, segnalano al territorio la loro presenza e il loro "dominio territoriale".A volte i loro proiettili finiscono sui muri, sulle saracinesche dei negozi, sulle finestre.

Altre volte, invece, succede che sulla traiettoria di questi proiettili ci finisca un ragazzo di 17 anni.

Le tipiche retate a sfondo camorristico

"Stese", questo è il nome con cuiRoberto Saviano, celebre scrittore e autore del best seller "Gomorra", definisce queste retate di stampo puramente camorristico, che hanno l'unico fine di "dimostrare chi comanda" intimidendo la popolazione inerme.Altro non sono che il risultato dei vari avvicendamenti dei clan della zona, che da sempre si contendono gli ingenti introiti del mercato criminale.

Gomorra - La serie

Paradossalmente, invece, chi si vede puntare il dito contro è proprio lo scrittore di "Gomorra".La fiction ispirata all'omonimo libro, viene accusata di essere un cattivo esempio per i giovani, che ne emulerebbero i personaggi, finanche nel modo di parlare.

E' indubbio che il lavoro della casa di produzione televisiva "Cattleya" abbia riscosso un grandissimo successo, soprattutto tra i giovani, risultando la fiction italiana più venduta all'estero: con 700mila spettatori medi a puntata è la serie più vista della storia della pay-tv, venduta in oltre 60 paesi.

I nuovi boss parlano come Genny Savastano

Il fatto che si siano raggiunti certi risultati è, non a caso, frutto di un attento studio del territorio e del contesto sociale in cui sono ambientate le storie: sono i personaggi del telefilm a parlare come i camorristi, e non viceversa.Molti dei dialoghi tra Ciro Di Marzio e Genny Savastano, o il boss Don Pietro, infatti, risalgono a reali intercettazioni e atti giudiziari.

Questo concetto lo ribadisce in più di un'occasione Roberto Saviano, vistosi colpire da numerose polemiche: sono ormai numerosi i sindaci campani che, infatti, per lo stesso motivo, hanno deciso di impedire le riprese della seconda stagione della serie nei territori delle circoscrizioni di propria competenza.

Sciolta la giunta comunale a Giugliano

Tra i nemici di Gomorra c'è anche il sindaco del comune di Giugliano, in provincia di Napoli, la cui giunta è stata recentemente sciolta per infiltrazioni camorristiche.Anche il regista Antonio Capuano, vincitore del David di Donatello nel 2006 con "La guerra di Mario", recentemente è intervenuto sulla questione, accusando la produzione televisiva di raffigurare i criminali in chiave positiva, invece che condannarli e, in questo modo, costituire un pericoloso esempio per i giovani.

"Gomorra" descrive un problema, un cancro presente da anni all'interno del nostro paese.In più di un'occasione Salvatore Esposito (l'attore che interpreta "Genny Savastano"), il regista Stefano Sollima, e lo stesso Saviano, hanno ribadito che se esiste la camorra è colpa di uno stato assente in determinate zone, e che il silenzio, di certo, non sia d'aiuto per risolvere il problema.

Successo mondiale o atto denigratorio?

C'è, invece, chi sostiene che il successo mondiale della serie denigri la città offuscandone i lati positivi.Ma è davvero giusto arrivare al punto di contrastare l'ottimo lavoro svolto fino ad ora, impedendone addirittura le riprese?In un momento storico in cui dall'Italia non emergono eccellenze a livello internazionale, non dovremmo essere orgogliosi del successo mondiale che ha raggiunto la troupe di Stefano Sollima?Far conoscere a tutto il mondo il problema, raccontandone le storie, può essere un bene oppure gli unici a guadagnarci sono i produttori televisivi?