Oltre ai decenti risultati di Roma e Torino, con la sola Virginia Raggi ad avere la possibilità di essere eletta sindaco al ballottaggio del 19 giugno (scarse le probabilità per Appendino nel capoluogo piemontese), il tamtam del “risultato storico” del Movimento 5 Stelle è eccessivamente sproporzionato rispetto ai risultati realmente ottenuti.
I grillini di Napoli, territorio peraltro proprio al leader in pectore Luigi Di Maio, sono riusciti ad ottenere solo il 9,6% a fronte del 24,8% ottenuto nel capoluogo partenopeo alle scorse elezioni regionali del 2015, per non parlare di città come Salerno, Caserta, Latina e Ravenna, dove il movimento di Grillo non è riuscito nemmeno a presentarsi alle consultazioni con una propria lista.
In realtà importanti come Milano non hanno superato il 10% rispetto all’11,2% ottenuto alle regionali del 2013 e anche a Bologna e Trieste si sono arrampicati a stento sull’inutile, terzo gradino del podio. A causa di questi dati, le elezioni amministrative appena svolte potrebbero essere il principio di un tracollo per un partito che si presenta, al contrario, con percentuali altissime su scala nazionale.
La fiducia degli italiani si conferma solo su scala nazionale
Il punto che invita alla riflessione dunque va al di là della capacità, indiscutibile, da parte del M5S a comunicare bene un risultato non proprio eclatante: basta affacciarsi oltre l’ombra del Colosseo. Il dubbio si profila sul perché gli italiani dovrebbero vedere una possibilità di riscossa, sul piano della politica nazionale, in un movimento che non riesce ad esprimere fiducia nelle elezioni delle istituzioni locali, più prossime al cittadino.
Potrebbe essere un controsenso. Sarebbe come voler affidare i propri risparmi ad un impiegato che lavora a Roma anziché ad un altro, della medesima banca, ma della stessa città dove si vive.
Roma, una strategia pubblicitaria per conquistare il governo
L’eccessivo entusiasmo espresso da Grillo è certamente relativo al solo risultato della capitale, dove si sente sicuro di poter raggiungere la vittoria e dove ha concentrato tutte le forze del movimento.
L’obiettivo principale del M5S potrebbe vertere esclusivamente sulla conquista del governo, lasciando le aggrovigliate questioni locali - difficilmente controllabili dagli organi centrali del movimento – al resto dei partiti. Roma quindi sarebbe un ottimo riflettore utile a rafforzare il brand M5S per la campagna elettorale delle prossime elezioni politiche che potrebbero svolgersi nel 2017; ciononostante un eventuale anno di governo disastroso della capitale, non pregiudicherebbe, nel breve periodo, la popolarità dell’ “onestà, onestà” consolidata dalla suggestione di una vittoria elettorale su una grande città. Tuttavia le congetture sono parte integrante della politica e tutto ciò potrebbe non verificarsi se i risultati dei ballottaggi ribaltassero tutte le previsioni.