Vajont, giorno 9 ottobre del 1963, una frana avvenuta sul monte Toc cade all'interno della diga che fungeva da bacino idroelettrico. Fuoriescono 50 milioni di metri cubi d'acqua che vanno a cadere come una valanga sul paese di Longarone e altri paesi vicini, il drammatico bilancio delle vittime è di oltre 1900. Erano le 22.23, e furono pochi istanti, neanche il tempo di pensare a cosa fare per mettersi in salvo che le acque giunsero a forte velocità, e con una forza devastante spazzarono via interi paesi. Molti giornalisti accorsero a Longarone per documentare la tragedia, e il coro fu unanime, il silenzio che si sentiva in quel luogo era surreale, come le immagini.

Un deserto di macerie illuminate dal sole e corpi sparsi ovunque, un cimitero a cielo aperto che mostrava la fotografia di una catastrofe colossale, causata non solo dall'errore umano, ma anche dal suo egoismo a tutti i costi. Una tragedia che si poteva evitare, ma che è stata permessa da chi ha taciuto e ha lasciato che tutto avvenisse.

Le indicazioni dell'esperto furono ignorate

Dopo che nel 1960 avvenne una frana preoccupante dal monte Toc, l'esperto Leopold Muller fu chiamato ad analizzare la situazione, e lui fece una relazione che consegnò ai responsabili dei lavori sulla diga. Nei suoi scritti vi era indicato che per bloccare la caduta delle frane dal monte, si doveva procedere per step.

Il bacino doveva essere svuotato fino al livello di 600 m s.l.m., procedendo per intervalli regolari con diminuzioni di 4-5 metri, stando qualche giorno fermi per dare tempo al materiale di assestarsi. Il sistema funzionò perché le frane si bloccarono quasi del tutto, ma qualcuno per esigenza di collaudo riportò le acque in poco tempo a 700m s.l.m., provocando un dissesto geologico che in pochi giorni provocò il disastro.

Cause naturali o negligenza umana?

Tenendo presente che la dinamica precisa è avvenuta per cause del tutto naturali, sul caso Vajont non si può certo nascondere il fatto che gran parte del disastro fu dovuto alla negligenza umana, senza la quale la frana non sarebbe avvenuta. Se così fosse stato oggi non parleremmo di strage ma di qualcosa di diverso, anzi, probabilmente non ci sarebbe niente di cui parlare.

Purtroppo i disastri per lo scatenarsi della natura, come l'uragano Matthew che ha massacrato i Caraibi, sono cause contro le quali non si può combattere, ma quando bastava poco per evitare una strage di queste dimensioni, è normale sentire grande dolore dentro al cuore.

Il ricordo delle vittime

Oggi non resta che mantenere la memoria delle vittime di questa grande tragedia, in un momento dove si vedono devastazioni ovunque, e ogni giorno è dura vedere certe immagini. La storia ha già dato prova di tragedie di enorme portata, ma la rabbia di chi ha vissuto questi momenti terribili, è generata dal fatto che qua non siamo di fronte a un evento naturale inevitabile, il Disastro del Vajont è stato voluto da chi ha lavorato senza regole e senza criterio, da chi non ha pensato al rispetto della vita delle persone, ma ha messo interessi e popolarità davanti alla sicurezza.