Ammettiamolo, è stata una brutta pagina quella scritta ieri serada Graziano Pellè. 31 anni, arrivato nella Nazionale maggiore a 29, grazie alle sue prodezze, soprattutto all'estero (AZ Alkmaar, Feyenoord, Southhampton), riscoperto in patria e voluto fortemente da un altro leccese come lui, quell'Antonio Conte che lo ha utilizzato alla perfezione, sfruttando appieno le sue qualità fisiche e tecniche.
IL fisico, il punto forte
A Lecce dicevano, senza sbagliare in verità, che era un buon calciatore, fortissimo dalla cintola in su, meno con entrambi i piedi.
Nel settore giovanile dell'U.S. Lecce ha vinto due scudetti mettendosi in luce proprio in virtù del suo pezzo forte, il colpo di testa. Tatticamente è una pedina fondamentale. Riesce a far salire la squadra mettendoci la sua stazza (194 cm.) e finalizza spesso sui cross. Ignorato dalla critica e dagli estimatori di calcio in genere, Pellè ha avuto il merito di credere nelle sue possibilità ed ha risposto prontamente alle sollecitazioni imposte da Antonio Conte che gli ha consegnato le chiavi dell'attacco della Nazionale, responsabilizzando al massimo l'attaccante salentino.
La favola di Graziano Pellè è continuata fino al recente campionato europeo, in Francia, grazie ad un rendimento costante, condito da un dispendio di energie fisiche veramente notevoli.
La fiducia riposta in lui dal C.T. Conte è stata ampiamente ripagata in termini di goal e prestazioni.
Ora, sia ben chiaro il bravo Graziano ha sbagliato, quel gesto è parso ai più non solo frutto di una tensione accumulata, per via di una gara che ci vedeva soccombere da tutti i punti di vista, non solo per il risultato negativo, ma come una reazione insolente ed arrogante per una sostituzione che il nuovo C.T. Ventura aveva deciso di effettuare, ai suoi danni.
Come Chinaglia nel '74
L'episodio è stato paragonato al gesto del compianto Giorgio Chinaglia che nel mondiale del 1974, in Germania, dopo la sua sostituzione, mandò a quel paese l'allora C.T. Valcareggi. E come Chinaglia anche Pellè è stato escluso dai convocati per la successiva gara contro la Macedonia, con un comunicato ufficiale della F.I.G.C., per atto irriguardoso e per come si legge testualmente "far parte della Nazionale comporta infatti la condivisione di valori e l'assunzione di atteggiamenti consoni alla maglia azzurra, a cominciare dal rispetto nei confronti dello staff, dei compagni di squadra e dei tifosi.
Il calciatore farà ritorno oggi nel proprio club di appartenenza".Va bene. Occorre far rispettare i valori della Nazionale e quindi dello sport in genere, in primis agli atleti che devono dimostrare, in campo e fuori, un atteggiamento irreprensibile, dando costantemente prova di serietà e professionalità.
Va bene tutto. Solo che non vorremmo che come accaduto per Giorgione Chinaglia, non più convocato in Nazionale dopo quella gara, anche Pellè paghi caro il suo gesto per aver perso il senso della ragione, in una serata negativa per tutti i componenti della squadra.
Ventura ha minimizzato l'accaduto nel dopo gara, dimostrandosi persona sensibile ed intelligente, da uomo navigato di sport, non si attaccherà all'increscioso gesto di Pellè per far giocare in Nazionale i suoi pupilli Immobile e Belotti.Vero Giampiero?