Roberto Benigni "testimonial" del verso il referendumdel prossimo 4 dicembre, verso la difesa della "Costituzione più bella del mondo" come l'ha definita lui durante uno spettacolo realizzato alcuni mesi fa e trasmesso in onda dalla Rai. Un impegno che potrebbe apparire davvero encomiabile, non c'è dubbio, se non fosse che dietro a questa strenua difesa della nostra Legge sembra esserci dell'altro. O meglio, molto altro.

Che Benigni sposi ormai da lungo tempo la politica del premier Matteo Renzi(una presa di posizione chiara e ben definita) è un dato di fatto deducibile da chiunque possieda un minimo di capacità intellettiva.

Cosa stupisce semmai è un altro aspetto: il cittadino italiano deve per forza identificarsi con un personaggio famoso, per di più appartenente al mondo dello spettacolo, per poter prendere una decisione importante come quella che uscirà dal prossimo referendum? E inoltre, le capacità dell'attuale presidente del consiglio sono così ridotte da dover ripiegare le proprie speranze di successo in un bravo, capace ed "amico" attore, nel tentativo di "raggirare" almeno una parte del popolo italiano?

In questo caso la nostra risposta sembra propendere per il "no": siamo esseri umani dotati di intelligenza, almeno nella media, in grado di poter decidere per il "sì" o per il "no" in uno Stato democratico senza dover pendere dalle labbra di qualcuno o qualcuna.

Servono solo i giusti strumenti per poter fare le valutazioni del caso e poter decidere senza alcuna intermediazione.

Forse è su questo punto che chi di dovere, in questo caso i politici, dovrebbe farsi qualche domanda e darci delle spiegazioni. Quei giusti strumenti di valutazione spesso mascherati, sovvertiti, resi "validi" al momento, poi rinnegati ed infine ripescati all'ultimo minuto.

Pertanto auguriamo che Roberto Benigni torni a fare il comico, come faceva una volta (e bene), e non il politico come da qualche tempo a questa parte. Per ulteriori aggiornamenti cliccate Segui in alto a destra.