La decisione del G.O.S. di Andria relativa al divieto di trasferta ai tifosi leccesi, anche a quelli tesserati, pare eccessiva anche alla luce della determinazione data dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

La soluzione del GOS viene presa a danno non solo di una tifoseria, ma contro lo sport in genere. Se poi vengono analizzati i fatti antecedenti alla decisione finale, il rammarico è ancora maggiore per come è maturata questa decisione, da parte delle autorità preposte all'ordine ed alla sicurezza.

La determinazione n. 42/2016 del 7 dicembre 2016 dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, infatti, in merito a questa gara aveva adottato la seguente determinazione: "per gli incontri di #Calcio “Milan - Atalanta”, “Juventus - Roma”, [...], “Andria - Lecce” , connotati da elevati profili di rischio, per i quali non appare necessario il rinvio alle valutazioni del CASMS, dovranno essere adottate, in sede di G.O.S., particolari misure organizzative [...]".

Detto, in altre parole, l'organismo del Ministero degli Interni che si riunisce ogni settimana per decidere di assegnare i profili di rischio ad una determinata gara aveva confermato che la gara in questione fosse, indubbiamente, di elevato rischio, ma non tale da richiedere il rinvio alle valutazioni del CASMS, organismo che più specificatamente, valuta i rischi delle gare. L'Osservatorio aveva, perciò, indicato al G.O.S. di Andria quali potevano essere le misure di sicurezza da adottare in quella gara, facendo riferimento alla implementazione del servizio di stewarding, al controllo dei tagliandi di accesso e vietando la stessa vendita a chi non era in possesso della Tessera del Tifoso, strumento indispensabile, per tutte le tifoserie che si recano in trasferta.

Tanto è vero che la vendita dei tagliandi iniziata regolarmente confermava la volontà di tale determinazione.

Ignorate le indicazioni dell'Osservatorio

Qualunque siano stati i motivi per azzerare le indicazioni dell'Osservatorio, questi sembrano eccessivi all'interno di tale quadro probatorio. È il fallimento di una politica decennale che invece di proseguire ed incoraggiare il programma di fidelizzazione della Tessera del Tifoso, ha di fatto confermato i limiti, anche giuridici, davanti alle cervellotiche decisioni delle Autorità preposte.

Quello che, purtroppo, rimane è l'ennesima vessazione a carico di una tifoseria alla quale è stato impedito il sacrosanto diritto di sostenere la squadra in un momento così fondamentale del campionato.