Dovremmo essere grati a chi non ha voluto anticipare a fine agosto l'informativa del governo sul caso di Giulio Regeni ed il ritorno del nostro ambasciatore al Cairo. Probabilmente avrebbe rovinato la fine delle vacanze a molti, certamente a me. Nel pomeriggio di ieri il ministro degli esteri Angelino Alfano, di fronte alle commissioni esteri congiunte di Camera e Senato, ha pedissequamente elencato tutti gli aspetti della tristissima vicenda che ha visto involontario protagonista il nostro connazionale, senza nulla aggiungere a quanto non fosse già noto se non qualche titolazione eclatante (un'università italo egiziana!

I Giochi del Mediterraneo!) a mo' di definitivo necrologio. Gli interventi di Casini e Cicchitto hanno corroborato questo nulla, con Cicchitto veemente e fremente su Cambridge, tutor, New York Times, spie internazionali e 007 a gogò.

Il presidente di turno si è chiesto come mai il cadavere di Giulio Regeni sia stato trovato proprio il giorno in cui si sarebbe tenuta al Cairo un'importante riunione di affari. Io mi chiedo come sia stato possibile organizzare un'importante riunione d'affari in un paese nel quale un nostro giovane ricercatore era sparito nel nulla. Gli oratori che si sono susseguiti, chi pro e chi contro il governo, hanno spesso inserito elementi strumentali a disegni politici che poco o nulla avevano a che vedere con l'argomento dell'incontro.

Da segnalare poi la deplorevole attenzione di alcuni di distogliere la responsabilità oggettiva dell'Egitto sul drammatico fatto coinvolgendo l'univerità di Cambridge ed i silenzi della tutor, aprendo anch'essi il fronte spionistico e l'attività di ricerca di Giulio Regeni, con “domande sul sindacalismo degli ambulanti che sarebbe meglio non fare neanche a Tor Pignattara”.

La risposta di Alfano ha seguito nella sostanza l'iter della prima parte; l'unica affermazione degna di nota, seppur anch'essa già conosciuta da tempo, è stata che la scelta del 14 agosto per la comunicazione dell'invio dell'ambasciatore al Cairo non ha seguito i criteri “balneari” di informazione del paese su cose sgradevoli come spesso accadeva nella Prima Repubblica, ma per la dichiarazione congiunta dei magistrati italiani ed egiziani su “nuovi arrivi dal Cairo” fatta nello stesso giorno, e non ancora tradotti.

L'ambasciatore Cantini, con investigatore al seguito, arriverà al Cairo il 14 settembre e riprenderanno i normali rapporti diplomatici commerciali (ma si sono mai veramente interrotti?), nella speranza di seppellire definitivamente la memoria di Giulio Regeni. Shakespeare avrebbe detto “molto rumore per nulla”. Io non posso che aggiungere molta tristezza. E tanta rabbia.