Forse esiste ancora tra i cittadini Italiani, la voglia di manifestare per l'accoglienza e la voglia di andare contro la tendenza antimigratoria, dai toni a volte apparentemente razzisti, che sembra aver preso in ostaggio il nostro Paese. La voglia di lottare su questo tema sembra essere quasi estinta nelle file della Politica moderna, o all'interno delle grandi istituzioni, dove invece di spingere per ideali come quelli di libertà e uguaglianza che non raccolgono voti e consensi, ci si dedica a cene, agli incontri, alle feste di partito. Nelle aree della politica moderna, oggi, le battaglie importanti sono quelle che aiutano la campagna elettorale e si fanno ai talk show o sui social media, non per strada, non tra la gente comune.

L'episodio, diverso ma simile, di Rocca di Papa

Oggi la lotta contro una destra che, volontariamente o non, ha trasformato lo straniero in un nemico, la combattono le persone comuni. La vicenda di Rocca di Papa è un ottimo esempio. Nel caso in questione era stato un cittadino, l’ormai famoso Ivano Ciccarelli, ad esprimersi a favore dell'accoglienza dei migranti della Diciotti, mentre le istituzioni rimanevano in silenzio difronte alle proteste di estrema destra. Ivano ha zittito i protestanti, ha risvegliato quei pensieri che la sinistra dovrebbe saper comunicare, diventando in pochi giorni “l’eroe di Rocca di Papa”.

La dottoressa Deidda e la denuncia ai suoi pazienti "intolleranti"

E oggi, venerdì 21 settembre, parte una nuova ondata controcorrente scatenata ancora una volta da un evento che, nel 2018, lascia a bocca aperta.

In Sardegna, dei clienti si sono lamentati nell’Ospedale San Giovanni di Dio, Cagliari, dell’attesa “per colpa di un negro”. A lamentarsi sono state quattro persone, secondo quanto riportato dalla dottoressa che ha denunciato l’accaduto, Maria Cristina Deidda.

“Chiedo scusa a nome dei concittadini sconosciuti ma intolleranti” ha scritto il medico su Facebook dopo l'episodio “Mi vergogno profondamente”.

La dottoressa ha scritto anche della sua delusione per la mancanza di compassione verso gli altri nel suo ambulatorio, che credeva essere "estraneo ai comportamenti intolleranti e discriminanti che avvengono nel resto dell’Italia".

La risposta del presidente della Fnomceo Filippo Anelli

Da questo episodio è nata l’idea della campagna, portata avanti da numerosi medici, con lo scopo di “mettere al bando il razzismo, l’intolleranza dal nostro Servizio sanitario nazionale”.

La proposta è stata lanciata oggi da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e chirurghi e degli odontoiatri. “L’idea – ha spiegato il presidente della Fnomceo – è quella di coinvolgere anche gli altri professionisti e le associazioni dei cittadini” e prevede l’affissione di manifesti nelle strade, negli studi, negli ospedali.