Di Banksy non si sa nulla. Si conoscono solamente le sue opere. C'è una coerenza in quest'artista - anche se qualcuno crede che si tratti di un gruppo di artisti - il quale preferisce "parlare" attraverso le sue opere: l'Arte si esprime attraverso l'arte. Una buona pratica in un mondo nel quale tutti parlano troppo.

La performance all'asta di Sotheby's

Lo scorso 5 ottobre, a New Bond Street, nella sala d'aste di Sotheby's, a Londra, i partecipanti hanno assistito ad una performance unica: la tela di un dipinto di Banksy, il famoso "Girl with Balloon" sottoposta ad un trituratore che ne ha reso la metà in strisce longitudinali risparmiando il resto.

Un inaspettato "tocco d'artista" che potrebbe equivalere i celebri "tagli" di Fontana risalenti a più di mezzo secolo fa.

Arte contemporanea e opinione pubblica

Quest'ennesima provocazione di Banksy pone i dilemmi di sempre intorno all'incomprensibilità dell'arte contemporanea, sempre più spesso irriconoscibile per il pubblico, mai realmente apprezzata, mai concretamente intesa come arte, persino disprezzata e dileggiata. Salvo trovare assai difficile e controverso provare a dare una definizione della parola "arte" con la quale assolvere al compito di includere e di escludere le espressioni creative.

Dall'Impressionismo al segno fino al gesto

Nella sequenza temporale che va dal 1874, l'anno della fatidica mostra impressionista nello studio parigino di Nadar, fino all'esplosione delle avanguardie storiche ai primi del '900, l'espressione artistica ha progressivamente abbandonato l'imitazione dei fenomeni sensibili per calarsi in una ricerca slegata dai canoni e dai supporti materiali tradizionali, impetuosa ed imprevedibile perché libera dai vincoli della committenza, esclusiva rivelazione del pensiero e dello stato d'animo, della sensibilità e dell'inconscio: ogni artista è un mondo.

L'opera d'arte come bene d'investimento

Così, l'offerta artistica si è enormemente moltiplicata, sfuggendo a qualunque tentativo di farsi mettere le briglie, di subire la "categoria" come forma di classificazione rigida, inseguendo l'originalità. E' quest'estrema conseguenza dell'azione creativa ad aver dato vita ad un nuovo mercato dell'arte: non più solo le tele o le sculture provenienti dal passato, soggette a tutela giuridica internazionale ed accertamenti, indagini e riconoscimenti, ma anche le espressioni di un atto contemporaneo, di un artista vivente, di un evento mediatico.

Seguendo questo solco, l'arte contemporanea si è fatta strada ed è riuscita a guadagnare un ruolo nelle collezioni sparse nel mondo, spesso custodite nei caveau degli istituti finanziari e bancari alla stregua di azioni e titoli di Stato.

Banksy come una marca

L'arte ha sempre avuto un mercato. Fin dall'antichità. L'arte rupestre non aveva un mercato.

Forse. Ma più che la parola arte occorre scegliere il termine "espressione". Solo avendo cura di restare entro la sfera dell'espressione è possibile racchiudere nel contesto artistico il passato e il presente. E più che di mercato occorre parlare del rapporto tra unicità e mediaticità come fattori indispensabili a produrre valore. La Pop Art è stata questo. L'artista diviene, attraverso le sue opere, un marchio riconoscibile e la marca è sempre il risultato di un processo di riconoscimento identitario compiuto. Perché scandalizzarsene? Se è vero che l'espressione artistica avrebbe perso la primigenia aura nell'epoca della sua riproducibilità tecnica - per rammentare l'intuizione insuperabile di Walter Benjamin già nel 1936 - è altrettanto evidente che le schegge dirompenti della comunicazione multimediale e crossmediale hanno costruito un'enorme rete intessuta di infinite traiettorie entro le quali il messaggio espressivo diviene partecipe attivo della cultura e delle relazioni sociali.

Ecco perché se anche Banksy mostri di detestare il mercato e soprattutto i suoi epigoni - sentimento per nulla originale - nei fatti lo alimenta dovendo scontare quanto questo sia neutro e non compia distinzioni, non sia pensiero cosciente ma parola che suggerisce e si trasforma e s'insedia nelle pieghe di un'antropologia palpitante e vitale. Come la "Girl with Balloon" che paradossalmente si riveste di un'anima mentre sembra distruggersi.