L'immigrazione è un fenomeno mondiale, trasversale, principalmente delineato dai flussi economici del momento storico. Lo abbiamo sperimentato noi Italiani quando, dal 1900 e per i 60 anni a seguire, abbiamo colonizzato paesi in forte crescita economica, per antonomasia gli USA. Lo sperimentiamo oggi da paese di frontiera, come quel punto di approdo per molti cittadini africani che scappano da guerra, miseria e povertà (esattamente come noi). Oggi l'Europa è il loro punto di arrivo, la loro salvezza. Molti non sbarcano da noi per restarci. Vogliono raggiungere paesi come Germania, gli Stati Baltici, o Svezia e Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi.

Della portata globale del fenomeno se n'è resa conto anche l'ONU, che ha proposto all'attenzione dell'Assemblea Generale il Global Migration Compact, che potremmo definire come un documento non vincolante per gli stati membri, in cui si delineano le principali direttive da tenere per regolare il fenomeno dell'immigrazione, combattere il traffico dei migranti, tutelando i rifugiati e descrivendo le modalità di accoglimento che comunque sono previste largamente dal diritto internazionale. Il 10 e 11 dicembre è stato indetto un summit a Marrakech, in Marocco, per ratificare questo accordo. L'Italia sarebbe naturale che partecipasse, viste le difficoltà legate alla nota posizione geografica e geopolitica che ricopre.

Purtroppo, però, il governo gialloverde ci ha fatto assistere all'ennesima giravolta Politica che rischia di danneggiarci enormemente.

Firmare il Global Migration Compact è essenziale per l'Italia, paese di frontiera

La strategia del governo, nelle persone di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è quella di portare avanti l'agenda politica parallelamente ad uno scontro continuo con il referente di turno: ora l'Europa, ora i tecnici del Mef, ora l'Onu.

Il premier Giuseppe Conte, il 26 settembre scorso, davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiarò l'appoggio pieno ed incondizionato dell'Italia al Global Migration Compact. Una presa di posizione quanto mai necessaria, per il nostro Paese. Sembra ormai chiaro ed evidente che siamo diventati un vero e proprio paese di frontiera, troppe volte lasciato solo nel gestire i flussi migratori provenienti dal nord Africa.

Questa è la ragione per cui sarebbe essenziale firmare il documento dell'ONU, per rimarcare la necessità di affrontare questo fenomeno a livello globale.

Ebbene, a fronte di queste realtà, Matteo Salvini ha annunciato, in Parlamento, che l'Italia non firmerà il GMC dell'Onu e non presenzierà quindi al summit di Marrakech. Roberto Fico, Presidente della Camera, si è detto contrario alla presa di posizione del Ministro dell'Interno. La scusa addotta per questo ripensamento sta nel fatto di voler parlamentarizzare la discussione, ma il sostrato politico di tale decisione resta nel solco della totale intransigenza del governo nei confronti di una gestione che veda un'equa distribuzione del fenomeno migratorio tra i vari paesi europei.

Lasciare l'Italia sola, isolata, abbandonata nella gestione dei migranti è un obiettivo del governo Salvini-Di Maio, perché garantirebbe la sussistenza del solito nemico contro cui lanciare strali e invettive politiche.