Ieri sera in prima serata ha debuttato su Rai 2 “Il Ristorante degli Chef” che, come dichiarato da Andrea Fabiano, direttore di RaiDue, rappresenta l’unico talent culinario presente nella televisione generalista.

In verità, già in passato, sono stati realizzati dalla Rai alcuni programmi a tema cucina, ci basta ricordare “Il più grande pasticcere” (2014, Rai 2), “La terra dei cuochi” (2013, Rai 1) ed infine “Il ristorante” (2004, Rai 1).

Il programma non presenta un conduttore a mediare le varie fasi del programma, come accade nella versione originale, ma si svolge in presenza degli chef pluripremiati Andrea Berton, Philippe Léveillé (già conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione a “Pechino Express” 4) e Isabella Potì (la Chef 22enne, inserita nella lista “Forbes 30 Under 30 Europe”).

La prima puntata del format

“Il Ristorante degli Chef” è l’adattamento del format argentino “Kitchen Owners – Duenos de la Cocina”, prodotto in Italia da Rai in collaborazione con Nonpanic.

La prima puntata ha inizio in un ampio spazio all’aperto e si conclude all’interno di uno studio ricostruito ad hoc per la sfida tra i concorrenti, in cui, attraverso un meccanismo di eliminazione a imbuto, si decretano i dieci concorrenti della prima edizione.

Sono state tre le manche che hanno coinvolto gli aspiranti concorrenti: la prima prova in esterno con il cavallo di battaglia (un piatto che possa esprimere la personalità e lo stile in cucina del concorrente), la prova in una cucina professionale per la preparazione di un piatto espresso in 20 minuti (una prova “blind” in cui i giudici hanno assaggiato i piatti senza conoscere chi li ha eseguiti) ed, infine, l’ultima sfida in cui i concorrenti hanno reinterpretato pietanze della tradizione culinaria italiana.

Tutto ciò unito al narratore esterno, i banconi, la dispensa fornitissima, la prova, l’assaggio e la scelta dei piatti migliori, ha ricordato un’estetica e una liturgia simili ad altri format realizzati negli ultimi anni (da “Bake Off” a “Masterchef”).

I giudici e la cucina al di fuori degli studi televisivi

Si intravedono la severità, la grande competenza e professionalità dei tre giudici, che tuttavia non scadono mai, per il momento, nella violenza verbale: non c’è un atteggiamento sfidante (e di presa in giro) nei confronti dei concorrenti e né scene di piatti rotti (alla Joe Bastianich di “Masterchef”).

In conclusione, i giudizi tecnici degli Chef non smorzano l’entusiasmo dei concorrenti.

In più, la reale novità è rappresentata da una cucina fatta al di fuori dello studio televisivo, ovvero dalla prossima puntata i concorrenti cucineranno in un vero ristorante, conoscendone le difficoltà nella gestione: la puntata di ieri sera, infatti, è stata solo “un assaggio di quanto può essere duro il lavoro di chef” (parole di Philippe Léveillé, a conclusione di puntata).

Dati questi elementi, si può ritenere che il programma presenti delle sfumature originali che possono creare un varco nel mercato televisivo, affollato già da programmi e format internazionali.

Al di là di questa breve analisi, tuttavia è ancora presto per esprimere una completa valutazione senza essere ancora entrati nel vivo della gara (dalla prossima settimana vedremo i concorrenti, divisi in brigate, nella gestione di un ristorante, dalla scelta dei piatti in menù al servizio in sala).

La prossima puntata andrà in onda martedì 27 novembre, dalle 21:20 su Rai 2.