La prima domanda che gli italiani dovrebbero porsi è: come mai il titolare del Viminale e, dunque, responsabile della sicurezza interna del Paese, si reca in Israele indossando i panni del ministro degli esteri? E, ancora, come mai possiede anche le vesti del ministro allo sviluppo economico, considerato che lo stesso Matteo Salvini annuncia un accordo economico con Tel Aviv su un gasdotto? O forse, l'unica domanda da porsi è: esistono altre figure in questo governo del cambiamento che non siano Di Maio, Salvini e, sporadicamente, il premier Giuseppe Conte, utilizzato quando c'è da entrare nelle altrui cristallerie, dunque senza far danni?

Fatta la premessa, il sodo ci vede costretti a denunciare a gran voce una prova di ingenuità che rasenta il puro dilettantismo politico. Matteo Salvini... i suoi fan che non mancano di lodarne le doti su tutti i social network lo chiamano 'il capitano'. In realtà nella missione israeliana in cui ha indossato vesti di 'superministro' (forse gli avversari politici dovrebbero iniziare a far scorte di kryptonite) ha voluto deliziare il suo interlocutore principale con una nuova versione del suo personaggio. Il Salvini sionista non lo conoscevamo ancora ed ha certamente strappato un compiaciuto sorriso al falco Benjamin Netanyahu. L'uno di fronte all'altro, certo se paragoniamo la statura e l'esperienza politica del premier israeliano a quella del leader leghista, è come vedere vicini un grande squalo bianco ed un paguro.

Però Salvini una dote la possiede, quella del camaleonte: eccolo dunque scagliarsi contro Hezbollah, acerrimi nemici dello Stato ebraico da oltre un trentennio, con la definizione di 'terroristi islamici'. Naturalmente i salviniani approvano, non possiamo pretendere la Luna, nè tanto meno pretendere che tutti siano a conoscenza delle tante pieghe della questione mediorientale.

Però da Salvini, forse, possiamo pretenderlo: lui che criticava Trump per il raid contro la Siria di Assad ed ha speso parte della sua campagna elettorale ad attaccare gli 'invisibili' (ancora non li ha visti nessuno) terroristi islamici che operano in Italia, lui che sembra stimare la Russia di Vladimir Putin, insomma dovrebbe sapere che Hezbollah ha combattuto al fianco dei militari russi, dell'esercito regolare siriano e dei pasdaran iraniani dando un grande contributo in termini di uomini nella lunga lotta all'estremismo jihadista.

Ma lo sa bene, solo che talvolta accoppiare la parola islamico a quella di terrorista suona in maniera intonata nella sua grancassa da perenne campagna elettorale e poi era proprio quello che Benjamin Netanyahu voleva sentirsi dire.

Hezbollah: terroristi per Israele, non per gli occidentali

Matteo Salvini avrebbe dunque visto e toccato con mano i tunnel dove le milizie Hezbollah nascondono i missili che lanciano contro Israele. Per carità, quei missili li hanno davvero e li hanno anche lanciati in più occasioni. Peccato che quell'area sia pattugliata dai militari italiani fin dalla fine della cruenta guerra civile in Libano ed i nostri soldati, a meno di camminare bendati, non li hanno ancora visti.

Riteniamo difficile che Hezbollah li tenga in bella vista, in attesa che il capitano leghista faccia visita a Netanyahu così da farglieli ammirare. Ovviamente Israele sostiene che i missili c'erano, ma Israele ha sostenuto tante cose in questi anni, anche di non aver violato una risoluzione ONU che oltre mezzo secolo fa gli impose di ritirarsi dai territori occupati, oggi parte dello Stato di Palestina che ancora non esiste, dopo la Guerra dei 6 giorni. Hezbollah si sono comunque resi protagonisti di azioni militari e di guerriglia contro Israele, chiaro che per Tel Aviv sono terroristi. Ma la frase di Matteo Salvini li mette sullo stesso piano delle organizzazioni estremiste sunnite come Isis ed al-Qaeda, Hezbollah al contrario sono sciiti e sono stati tra i più strenui nemici dello Stato Islamico e dei ribelli di ispirazione qaedista, insieme alla Russia, all'esercito di Bashar al-Assad ed all'Iran.

Questa affermazione non è sicuramente piaciuta a Mosca, Damasco e Teheran. Quel che è peggio, ha creato imbarazzo al ruolo superpartes della missione italiana in Medio Oriente, cosa che è stata sottolineata da fonti del ministero della difesa ed anche dagli alleati di governo del M5S che hanno preferito non entrare più di tanto nella questione. "Le parole di Salvini? Il ministero ha già detto tutto", ha commentato Luigi Di Maio. Ci auguriamo che Matteo Salvini incontri presto uno dei suoi modelli politici, Vladimir Putin, così da essere informato che Hezbollah ha difeso, protetto e liberato insieme agli altri alleati interi villaggi cristiani della Siria dalla minaccia dell'Isis. O che vada in missione anche in Libano, Paese arabo a maggioranza cristiana, dove qualcuno lo informerà che Hezbollah fa attività politica e governa insieme ai cristiani.

Il filo-sionista che sfila con i movimenti antisemiti

Il superministro, come abbiamo già sottolineato, ha vestito anche i panni del titolare del dicastero allo sviluppo economico e vorrebbe far approdare in Italia un altro gasdotto (come se non bastassero le polemiche sul TAP) che avrebbe la sua fornitura in una delle più pericolose polveriere del pianeta, oggetto di contese, rivendicazioni e minacce di guerra praticamente all'ordine del giorno. Riteniamo Di Maio non l'abbia presa esattamente bene, per l'invasione di competenza, ma anche per l'imprudenza. Per non parlare dell'opportunismo: nel suo lungo omaggio a Benjamin Netanyahu ha definito Israele una sorta di 'guardiano della democrazia' ed ha dato del 'sadico masochista' a chi attacca Israele.

Peccato che in Italia abbia sfilato insieme a CasaPound ed altri movimenti che si definiscono 'eredi del fascismo' e sono dichiaratamente antisemiti. Ci sarebbe solo da sorridere guardando queste doti di equilibrismo tra 'putinismo' e forte denuncia di uno dei più solidi alleati dello stesso Putin, tra filo-sionismo e vicinanza all'estrema destra antisemita. Forse solo Recep Erdogan (che non è certo un modello per Salvini) è capace di far meglio, visto che ha oscillato tra Washington e Mosca, tra estremisti sunniti e sciiti pur di avere un ruolo da protagonista nella questione siriana. Ma non riusciamo nemmeno lontanamente a sorridere se pensiamo che il protagonista di tutto ciò è colui che, anche all'estero, viene definito come 'uomo forte' del governo italiano'. Non ci resta che sperare che il M5S, l'alleato di governo che rappresenta davvero la maggioranza degli italiani (fino a prova elettorale contraria) lo riporti alla ragione.