Giorni complicati e confusi per la Politica, ma proviamo a riavvolgere il nastro per provare a capire meglio la situazione che si sta delineando in queste lunghe giornate d’agosto, nelle quali si intersecano tanti interessi da parte dei protagonisti politici. Pochi giorni fa il ministro dell’interno e segretario della Lega Matteo Salvini ha aperto la crisi di governo dando la colpa ai “troppi no dei 5 stelle”, tra cui l’ultimo dato alla tav. Così nel giro di poche ore si è formalizza la spaccatura tra i due alleati di governo, entrambi già pronti a cominciare la propria personale campagna elettorale: di fatto già dopo poche ore già si stanno scaricando colpe su colpe a vicenda, chiamano il loro popolo al voto e iniziano a ricordare tutte le cose buone che hanno fatto mentre erano al governo.
Insomma, situazioni già viste, ma che vanno ben incasellate nello scenario e nello scorrere degli eventi.
Di Maio: lo sconfitto della prima ora
Di fatto in questa prima fase lo sconfitto sembra Di Maio, che ha sempre assecondato le richieste di Salvini, difendendolo sempre, anche a costo di perdere ampi consensi nel suo elettorato. Pensiamo solamente al voto contrario sull’autorizzazione a procedere per il caso Diciotti, dove di fatto i 5 stelle hanno salvato Salvini da un processo; pensiamo al caso Moscopoli, dove sempre i 5 stelle si sono voltati dall'altra parte mentre un caso di corruzione internazionale coinvolgeva il proprio alleato di governo, o ancora ricordiamo i decreti sicurezza che pur spaccando la compagine pentastellata sono sempre stati votati per rispettare il contratto di governo.
E ci sarebbe molto altro da dire, ma solo con poche righe si comprendono gli errori e la debolezza della leadership di Di Maio, che negli ultimi tempi si è ormai trasformata in uno stato di asservimento al “capitano”, che approfittando di questa situazione ha succhiato gran parte dei consensi ai pentastellati.
C'è da dire che negli ultimi mesi Salvini non faceva altro che cercare “l’incidente irrecuperabile” col quale mettere fine all’esperienza di governo e l’ha trovato nella TAV, che di fatto è solo uno dei primi provvedimenti dove i pentastellati non hanno seguito la Lega.
In questo ordine di eventi Salvini, che nel frattempo ha chiesto pieni poteri al popolo italiano e dunque ha espressso la volontà di andare al voto il prima possibile, non vuole fare altro che capitalizzare tutto il consenso ottenuto negli ultimi mesi (attualmente ha il 36%), riuscendo così, molto probabilmente, a governare insieme agli alleati del centro-destra.
I partiti in subbuglio
Attualmente la crisi di governo non è ancora stata parlamentarizzata, ciò significa che formalmente ancora non esiste. Per renderla formale bisogna votare la mozione di sfiducia al governo Conte, a tal proposito oggi si riunirà la conferenza di capigruppo della camera per decidere quando calendarizzare il voto sulla mozione e nel frattempo decidere quando riaprire le camere, che ora come ora sono chiuse per ferie. Nel frattempo tutti gli altri partiti sono in subbuglio, il Partito Democratico è diviso sulla possibilità di fare un governo di scopo con i 5 stelle in modo da evitare l'aumento dell'iva e mettere a posto i conti pubblici. I parlamentari di Forza Italia sono rispuntati fuori e vogliono avere il loro posto nell'alleanza di centro-destra.
Gli stessi 5 stelle infine, stanno valutando la possibilità di un governo di scopo per non tornare immediatamente al voto, cosa che farebbe dimezzare i seggi dei pentastellati.
Governo di scopo o voto subito?
La situazione rimane molto confusionaria ed è sempre più difficile comprendere le dinamiche interne ad ogni partito e movimento. In ogni caso ci aspettano settimane di accordi e contrattazioni tra i partiti e all'interno delle correnti di ogni partito, in modo da trovare un'organizzazione e una linea condivisa su quando votare e se fare o no il governo di scopo. Il caos di questi giorni ci fa capire che questa crisi di governo non se l'aspettava nessuno, almeno non così presto. A mio parere il voto rimane ancora molto lontano, poiché in fin dei conti votare subito non conviene a nessuno (tranne a Salvini), ma allo stesso modo sembra poco utile un governo di scopo formato da 5 stelle e PD, dato che significherebbe aumentare i consensi di Salvini in modo esponenziale.