Che nelle tifoserie di molte squadre in Italia ci fosse del marcio già lo si sapeva da tempo. Numerose sono le inchieste sulle infiltrazioni dell'estrema destra e addirittura della mafia all'interno di alcune curve degli ultras. Ma ciò che sta accadendo da alcuni anni a questa parte non può più essere ignorato. Perché, se ogni settimana vi sono casi di razzismo nei confronti di una intera città o di persone di colore, allora non ci troviamo più di fronte a "10 imbecilli", come sono stati definiti da molti. La guerra alle discriminazioni e al razzismo deve essere combattuta con forza da tutti, Politica compresa: senza prese di posizione forti, il rischio è quello di legittimare dei comportamenti che invece dovrebbero essere condannati senza se e senza ma.

Luca Castellini: 'Gli ultrà del Verona non sono razzisti, abbiamo anche noi un ne... in squadra'

Se ciò che è accaduto domenica è ancora in dubbio (vi sono alcuni video in cui si sentono chiaramente gli ululati razzisti, anche se la Procura della FIGC ha detto che si trattavano di una ventina di individui, mentre gli altri applaudivano), ciò che non si può sottoporre a dubbi sono le dichiarazioni del capo ultrà del Verona Luca Castellini (secondo La Repubblica anche esponente locale di Forza Nuova): "Balotelli? Non potrà mai essere del tutto italiano. Noi non siamo razzisti, abbiamo anche noi un giocatore negro in squadra. Se dico ne... mi viene a prendere la Commissione Segre?". Dopo queste dichiarazioni, insomma, è tutto molto evidente: nella curva del Verona il razzismo è entrato.

Ma questo, probabilmente, già si sapeva prima: basti pensare a quando gli ultras dell'Hellas Verona festeggiarono la promozione in Serie A a suon di cori contro i meridionali e inneggiando al nazismo e al vice di Hitler Rudolf Hess.

Non solo razzismo: nel mirino anche i cori contro Napoli

Nel corso della giornata di campionato conclusa ieri, lunedì 4 novembre, vi è stato un altro episodio vergognoso: durante Roma-Napoli, infatti, la Curva Sud dell'Olimpico ha inneggiato all'eruzione del Vesuvio.

"O Vesuvio lavali col fuoco" è stato il coro di questi pseudo tifosi. Dopo un annuncio dello speaker (che non ha prodotto effetti), l'arbitro Rocchi ha preso in mano la situazione e ha sospeso la partita. Solo in questo modo (e grazie all'intervento del capitano della Roma Dzeko), la situazione è tornata alla normalità. Ma a fine incontro i cori si sono ripetuti.

Insomma: in molte curve italiane la situazione è questa. Perché casi di razzismo e discriminazione sono numerosi negli ultimi mesi e riguardano molti stadi. Contro questa deriva becera, servono prese di posizione forti da parte della politica e delle società sportive. Ma soprattutto servono forti sanzioni contro gli pseudo tifosi che, con la scusa dello sfottò, si lasciano andare a cori beceri.