Non si placano le polemiche legate al Jobs Act. A Napoli in 20mila hanno sfilato con la Fiom-Cgil e attaccato il Governo guidato da Matteo Renzi. Oltre 100 bus, secondo fonti sindacali, hanno raggiunto il capoluogo campano. Tra loro delegazioni dell'Ilva di Taranto, dall'Ast di Terni e da Gioia Tauro. Maurizio Landini, numero uno dei metalmeccanici, ha chiesto al premier di riaprire un tavolo di trattativa e ha dichiaato: "Da solo Renzi non cambia il paese, ma risponde solo ai poteri forti". E aveva aggiunto che Renzi " [...] dovrebbe rendersi conto che oggi lui il consenso di chi lavora, dei giovani che stanno cercando lavoro e delle persone oneste, in questo Paese lui non ce l'ha".
Non si è fatta attendere la risposta del Pd, che tramite Matteo Orfini in un tweet ha replicato: "Dire che il governo non ha il consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono. Spiace che a farlo sia un sindacalista." Dopo poche ore, la Fiom, con una nota, ha cercato di porre rimedio alla situazione. Lo stesso Landini scrive: "Mai pensato - come mi viene attribuito da alcuni mezzi d'informazione - che Renzi non ha il consenso degli onesti. Ho detto - e ribadisco - che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del Paese che paga le tasse".
Il premier nel frattempo ha incontrato gli industriali europei e lanciato una provocazione: "Senza l'art.
18 si ritorni ad investire in Italia". Dal palco del Business Europe, Renzi ha inoltre, chiarito: "L'idea è quella di provocarvi: liberiamo il sistema tradizionale italiano, l'art. 18 simbolo di una tradizione italiana ora non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte." Renzi ha anche promesso che il decreto attuativo del Jobs Act, che nelle intenzioni del premier sarà votato definitivamente il 9 dicembre, sarà attuato a gennaio.
Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria, ringrazia il Governo per gli sforzi sulle riforme strutturali, e replica a Landini: "Io personalmente mi ritengo molto onesto. Anzi non solo onesto, di più. Riteniamo che il paese abbia di un nuovo clima di relazioni industriali". Il botta e risposta tra il governo e i sindacati continua ad alimentare il clima conflittuale legato alla riforma del mondo del lavoro.
Le manifestazioni sindacali proseguiranno fino al 12 dicembre, giorno in cui è stato convocato lo Sciopero Generale indetto da Cgil e Uil, ma che vedrà l'assenza della Cisl sfilatasi negli scorsi giorni.