In un recente intervento ad un convegno promosso da Sel Raffaele Cantone ha parlato ancora una volta delle norme della legge Severino sulla ineleggibilità e incandidabilità, ribadendo che la norma è giusta ma anche che - a due anni dalla sua entrata in vigore - c'è spazio "per fare un tagliando", in particolare "una valutazione su alcuni reati", tra i quali il reato di abuso d'ufficio. Spiegava Cantone nel suo intervento che forse non è il caso di sospendere un eletto o di impedirgli di candidarsi dopo aver subito una condanna in una sentenza di primo grado, se si tratta di un reato non molto grave.
Le sue dichiarazioni sono state lette come una clamorosa inversione di marcia, e così le leggono diversi parlamentari campani del Movimento 5 Stelle, che si chiedono: come si può considerare "minore" un reato come l'abuso d'ufficio per un amministratore locale?
La domanda è di parlamentari grillini come Andrea Cioffi e Silvia Giordano, che lasciano intendere che dietro queste parole si nasconda un disegno "politico" da parte di Cantone: quello di fare un favore al candidato Pd alle regionali campane Vincenzo De Luca.
L'intervista oggi al Corriere del Mezzogiorno
Intervistato oggi dal Corriere del Mezzogiorno Cantone spiega che non c'è alcun "assist a De Luca", candidato alla presidenza della Regione Campania per il Pd, condannato in primo grado per il reato di abuso d'ufficio, e dunque destinato - se non ci saranno altri interventi legislativi - a decadere automaticamente, in caso di elezione. Cantone dice anche che è "fuori dal mondo" immaginare che ci sia qualche legame tra le sue dichiarazioni e la posizione di De Luca, che la legge di certo non si deve cambiare ora - prima delle elezioni regionali - e che comunque lui affiancherà il governo davanti alla Corte Costituzionale, chiamata a dare un giudizio di costituzionalità della norma.
La Consulta non deciderà prima di settembre
Difficilmente però la Consulta deciderà prima della fine di maggio. Proprio nei giorni scorsi il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo ha spiegato che dal 7 aprile decorrono i tempi per assegnare al relatore la questione. Poi si dovrà fissare l'udienza, rispettando tempi che il presidente non ha alcuna intenzione di dimezzare, ed è probabile che la questione non sarà risolta prima dell'estate.
La Consulta dovrà decidere sulla base degli atti inviati dal Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, che ha deciso di annullare il provvedimento di sospensione ex legge Severino del sindaco di Napoli De Magistris, condannato in primo grado per abuso d'ufficio. Si tratta di una questione che attiene dunque a due specifici articoli della legge Severino, quelli relativi agli amministratori locali, per i quali si stabilisce rispettivamente la non candidabilità e la decadenza o sospensione in caso di condanna in primo grado.
Vale la pena di sottolineare che diverso è il caso di Silvio Berlusconi, perché per i parlamentari la legge stabilisce la decadenza solo in caso di condanna definitiva, come è stato appunto per l'ex Cav. Berlusconi infatti pone non un problema di tipo di reato ma di retroattività, contestando che una sanzione possa essere applicata anche per fatti accaduti prima del suo varo.
Una decisione della Corte Costituzionale che bocciasse la parte della norma sugli amministratori locali rimetterebbe in gioco Vincenzo De Luca. Il fatto è che in Campania si vota a maggio, molto prima della eventuale sentenza della Consulta. E dunque il problema per il Pd e per De Luca rimane aperto.