Matteo Renzi ritorna sulla riforma della Buona Scuola, e lo fa nel corso della trasmissione Porta a Porta della quale è stato ospite ieri sera e subito interrogato da Bruno Vespa su uno dei suoi punti chiave, ovvero i vari poteri che andranno in mano ai presidi in relazione alla scelta e alla valutazione degli insegnanti.
Renzi precisa: 'Ci sono molti equivoci su questa cosa. Però lo sanno tutti che ci sono dei professori più bravi e altri meno bravi. Studiamo dei modi per valorizzare quelli più bravi. Alcune proposte le abbiamo cambiate. Io volevo che fosse il preside a valutare ma molti mi hanno detto che non è in grado'. 'Forse perchè hanno un brutto ricordo del loro preside', scherza il premier.
'Io non posso pretendere di imporre la mia verità', aggiunge. 'Questa non è la legge elettorale, dove ho detto prendere o lasciare'.
Renzi si dice poi per niente sorpreso della reazione di massa degli insegnanti, scesi in piazza la settimana scorsa contro la riforma portata avanti dal Governo, e sostiene di esserne stato addirittura assolutamente certo che per la scuola ci sarebbe stata una manifestazione di piazza fortissima. E pone mediaticamente le sue scuse: 'Penso di aver sbagliato a comunicare sulla scuola. Sbaglio spesso, talvolta solo la comunicazione , a volte anche altro. Ma l'importante è che gli italiani sappiano che stiamo facendo qualcosa, che ci stiamo provando, ed è questa differenza rispetto al passato'.
Ma 'l'Italia torna a crescere', aggiunge il presidente del Consiglio, ' ed io sono molto contento, perchè finalmente si è capito che la scuola è il futuro del nostro Paese. Un anno fa eravamo i grandi malati d'Europa. Si diceva che non si arrivava a fine mese, che l'Italia era morta. Invece torna a crescere, si è rimessa in moto, tornano a crescere i posti di lavoro, le prospettive economiche e l'ottimismo'.
'La mia tesi è che l'Italia dei prossimi 20 anni dipenderà da come cambierà la scuola e per cambiarla bisogna avere il coraggio di superare un po' di tabù'.