Da come si stanno mettendo le cose in casa Pd, si concretizza sempre di più la possibilità che Renzi sia costretto a pagare un prezzo per il successo che ha ottenuto con l'Italicum. La fiducia imposta alla camera sulla legge elettorale ha infatti creato molto scontento tra le fila della minoranza dem, i cui esponenti stanno diventando sempre più insofferenti ai modi del premier-segretario.

Secondo il governo è tutto tranquillo

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il ministro Boschi ha delineato uno scenario tranquillo. Ha parlato della prossima riforma che il governo intende presentare, che riguarderà il conflitto di interessi.

Ha poi aperto uno spiraglio per quanto riguarda la discussione sulla riforma costituzionale, che approderà nuovamente al Senato dopo le elezioni regionali. Il ministro ha dichiarato che il testo non è blindato, nonostante ci sia già una "maggioranza schiacciante" (ansa.it) disposta a votare la riforma così come è uscita dalla Camera. Insomma, secondo la Boschi il voto sull'Italicum non porterà nessuna conseguenza rilevante.

Le minoranze

In realtà alcuni esponenti della minoranza PD sembrano essere piuttosto agguerriti, almeno a parole, e in Senato i numeri potrebbero creare dei problemi al governo. A Palazzo Madama infatti, i numeri della maggioranza sono molto risicati, e se i senatori dissidenti dovessero decidere la linea dura anti-Renzi i problemi dell'esecutivo potrebbero farsi molto seri.

Anche perché il terreno di scontro adesso è molto più ampio. Il prossimo rischio è la seconda lettura della riforma della scuola: numerosi esponenti della minoranza PD hanno infatti duramente criticato il ddl del governo, partecipando anche allo sciopero del 5 maggio, e potrebbero decidere di affondare il disegno di legge. Pericoloso è anche la votazione sulla riforma costituzionale, che come è noto non convince alcuni esponenti del partito di governo.

Insomma, la situazione pare molto più complicata di come la raccontano la Boschi e il governo.

Possibili "ritorni" del patto del Nazareno

Certo il governo potrebbe andare a cercare voti a destra, neutralizzando in questo modo i rischi di voti contrari delle minoranze dem. Si potrebbero infatti verificare un ritorno del patto del Nazareno, anche se ufficialmente anche i partiti di minoranza sono molto duri sulle posizioni del governo, essendo rimaste molto infastidite dalla fiducia posta sull'Italicum.

Brunetta è uno dei maggiori promotori del referendum abrogativo sulla legge elettorale e vi vede "la chiave di volta per il futuro di Forza Italia" (ansa.it), e anche se alcuni esponenti del suo partito non sono d'accordo, pare comunque che i forzisti non abbiano nessuna intenzione di sostenere nuovamente la maggioranza. Ma come si sa, le cose in politica cambiano velocemente, nessuna ipotesi pare certa come nessuna può essere esclusa categoricamente. Intanto il governo ha incontrato i sindacati per creare un dialogo sulla riforma dell'istruzione, ma Renzi ha nuovamente ribadito che sulla figura del preside-sindaco non ci saranno cambiamenti sostanziali. Vedremo se riuscirà a portare avanti tutte le sue proposte e le sue idee, come in effetti fino ad ora è sempre riuscito a fare, o se sarà costretto a cedere su qualche punto a causa dei problemi interni al suo partito.