Ex sindaco di Molfetta, un’ascesa fulminea in Forza Italia, l’elezione a senatore, un’indagine a carico per la presunta truffa sull’opera del porto cittadino, una richiesta d’arresto per il fallimento della casa di cura “Divina Provvidenza”. Sono queste le fasi salienti della carriera di Antonio Azzollini, 62 anni. Un percorso che si è sviluppato all’ombra di Berlusconi ma che poi ha subito una brusca virata con il suo ingresso nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Come premio gli è stato assegnato l’incarico di presidente della commissione Bilancio, poi lasciata in seguito al parere positivo alla richiesta di arresto della giunta per le immunità del Senato.
Sul caso Azzolini si era aperta una prima crepa nell’esecutivo. Il voto favorevole del PD in giunta all’arresto del senatore pugliese, infatti, aveva incrinato l’appoggio incondizionato del partito di Alfano a Renzi. Una frattura che può dirsi rimarginata con il no sancito dall’aula di Palazzo Madama. “Sono soddisfatto - ha commentato il senatore Azzollini a conclusione della votazione - penso che sia stato determinante la conoscenza degli atti e la fiducia nelle mie argomentazioni”.