Il disegno di legge Cirinnà verrà approvato in temi brevissimi, ma senza l’articolo sulla stepchild adoption. Ad annunciarlo è stato il premier Matteo Renzi ma la notizia era già nell’aria dall’atto del dietrofront Cinquestelle sull’emendamento canguro. Svanisce così il sogno del popolo Lgbt che otterrà la regolamentazione delle unioni civilima solo a livello legale. Le adozioni per le coppie dello stesso sesso erano e resteranno un tabù per l’Italia, ancora in umiliante ritardo con il resto d’Europa. È inutile nasconderlo: nel nostro Paese il mondo cattolico e le ingerenze del Vaticano, esercitano una pressione sull’attività legislativa difficile da neutralizzare.
La complicità dei partiti
Comunque vada a finire, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non potranno nascondersi dinanzi le proprie responsabilità. Il gioco dello scaricabarile è partito da tempo, ma la realtà è un’altra. Entrambi hanno anteposto gli interessi personali da campagna elettorale perenne, alla richiesta diffusa di intervento del loro stesso elettorato. Renzi ha puntato il dito contro la parola data (poi ritirata) dai grillini di votare il via libera al ddl Cirinnà in Senato. Il M5S ha replicato di essere disponibile a votare in toto il testo, ma a condizione di esercitare il proprio diritto in aula emendamento per emendamento. Risultato: nuova maggioranza e stepchild stralciata.
La libertà di coscienza
Su di una questione come la stepchild adoption, l’Italia ha fatto un balzo all’indietro ai tempi della Prima Repubblica. Si è scelto di non decidere per non scontentare nessuno o forse perché prendere una posizione sull’argomento avrebbe innescato effetti imprevedibili. La libertà di coscienza concessa ai parlamentari da Pd e M5S è del resto la fotografia dell’assenza della convinzione delle due forze politiche che poco hanno fatto per portare a casa questa legge.
Il PD e il M5S si sono arroccati dietro l’ostruzionismo rivale pur di non tentare lo sfondamento. “Una politica - l’ha definita lo scrittore Roberto Saviano - che ormai è sempre più evidentemente dedita a meschine strategie che nulla hanno a che fare con responsabilità di governo presenti o future”.
La gufata di Alfano
L’unico a sorridere è Angelino Alfano che in più occasioni aveva dichiarato la propria disponibilità ad aiutare Renzi nel caso l’intesa con i grillini fosse saltata.
E così è stato. Il ministro dell’Interno ha messo sul piatto i voti che per Renzi profumano di riforma, poco importa se monca. “È ormai evidente che sulle unioni civili - ha attaccato Arturo Scotto di Sinistra Italiana - si sta giocando l’ennesima partita a poker sulla testa delle persone”. “Ne uscirà una legge mutilata sulle adozioni e la delusione - ha avvertito i colleghi politici - sarà grande tra i tanti che da tempo aspettavano diritti”. “Non si possono fare compromessi al ribasso - ha affermato Scotto - con chi al Family Day ha cercato di portare l’Italia indietro di 20 anni”. “I numeri al Senato ballano, è vero - ha concluso - ma sulle battaglie di civiltà vale la pena di correre questo rischio”.