Non solo Napoli. Sospetti e accuse al vetriolo filtrano anche per le primariedi Roma. Se il verdetto non è in discussione in questo caso (il distacco di Giachetti dallo sconfitto Morassut è più che netto), a gettare fango sulla consultazione è il numero di schede bianche registrate. Ben 2866 elettori romani si sarebbero recati ai gazebi e avrebbero pagato i due euro di contributo per poi infilare nell’urna una non preferenza. Da ciò nasce il sospetto interno di un gonfiaggio ad arte finalizzato ad accrescere la base dell’affluenza democratica nella Capitale.

La minoranza dem è immediatamente tornata alla carica, appresa la buona novella, dopo essersi già mobilitata contro Renzi a caldo per il dimezzamento dei partecipanti rispetto alle primarie del 2013. A confermare la tesi della manovra compiuta tra la notte di domenica e il pomeriggio di lunedì scorso, una talpa interna alla dirigenza Pd. “Qualcuno pensava così di far del bene” è stata la confessione raccolta da Il Messaggero che ha prodotto l’effetto di riaccendere il fuoco amico e nemico. Alla luce dei fatti emersi, intanto, la commissione di garanzia ha annunciato il ricalcolo delle schede bianche.