Non sta attraversando di certo un momento felice il Partito Democratico. I sismografi hanno fatto registrare il picco massimo di tensione dopo lo scoppio del caso Graziano, presidente del Pd in Campania. Uno scandalo che ha riacceso lo scontro interno, rilanciando una guerra fratricida che ha anteposto nell'ultimo decennio i reali interessi del territorio. L’accusa dei pubblici ministeri è di quelle pesanti: Graziano si sarebbe guadagnato il favore elettorale del clan dei Casalesi di Michele Zagaria, in cambio di appalti cruciali nel Comune di Santa Maria Capua Vetere.
Per tale legame il renziano ora è indagato per concorso esterno in associazione camorristica. Il diretto interessato, appreso l’accaduto, dopo ore di riflessione ha comunicato la sua autosospensione dal PD in attesa di chiarire davanti agli inquirenti la sua vicenda. “Ho sempre agito nel pieno rispetto dei principi di legalità e trasparenza - ha affermato Graziano in una nota - per me imprescindibili regole di vita”. Un caso che farà fatica a essere assorbito al di là del riscontro che ne trarrà la giustizia. A poche settimana dalle elezioniamministrative, per il partito di Renzi le cose si mettono male.