Cosa resta del Partito Democratico in Campania dopo lo scoppio dell’inchiesta che ha portato a galla il presunto legame del presidente regionale, Stefano Graziano, con il clan dei Casalesi? È a questa domanda che Matteo Renzidovrà rispondere non solo in segreteria ma anche dinanzi agli elettori, che tra poche settimane saranno chiamati al voto per le amministrative. Il premier deve fare i conti con la storica guerra fratricida nel Pd campano emersa già nel corso delle recenti primarie napoletane che hanno consacrato la candidatura (tra burrascose polemiche) di Valeria Valente su Antonio Bassolino.
In una situazione di tale emergenza avanza prepotentemente la figura del governatore Vincenzo De Luca, considerato dello stesso Renzi l’unica personalità in grado di traghettare il PD al riparo dall’attuale tempesta. Non è escluso che il premier possa affidare all’ex sindaco di Salerno il ruolo di commissario straordinario del partito in Campania. Sul momento delicato della Regione, si è espresso con fermezza lo scrittore napoletano Roberto Saviano: “Il governo Renzi ad oggi è quello che ha avuto meno visione sul Sud, poiché si è limitato a ereditare le clientele politiche create da altri. E la magistratura arriva sempre prima della politica, perché la politica degli interessi non vuole i bastoni tra le ruote”.