Alle 23 di domenica 17 aprile si sono chiuse le urne per il referendum sulla durata delle concessioni delle trivelle per l’estrazione di gas e petrolio entro le dodici miglia marine proposto da Puglia, Veneto, Calabria, Molise, Sardegna, Marche, Basilicata, Liguria e Campania. Come noto la consultazione popolare non è valida, poichénon è stato raggiunto il quorum richiesto pari al 50% degli elettori + 1. Infatti il dato finale, comprensivo anche del voto degli italiani all’estero, si è attestato sul 31,18%.

Le reazioni del dopo voto

Il giorno dopo il web è letteralmente stato invaso da migliaia di post di cittadini, quelli che hanno votato, indignati sulla forte astensione e sulle dichiarazioni del premier Renzi, che già da qualche settimana aveva invitato a non andare a votare, e che a seggi chiusi ha dichiarato ‘hanno vinto i lavoratori, i diecimila che hanno conservato il posto di lavoro’.

Il premier ha anche attaccato le regioni promotrici del referendum, addossando loro la colpa di aver fatto ‘buttare via 300 milioni di euro per questa inutile consultazione referendaria’.

Dal Salento denuncia per Renzi e Napolitano

Le parole di Matteo Renzi e del senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva pubblicamente dichiarato ‘non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria’, non sono andati a genio al signor Francesco Santantonio di Torre Suda in provincia di Lecce. L’imprenditore 60enne, nella mattinata di lunedì 18 aprile, si è recato presso la stazione dei Carabinieri di Racale, per presentare formale denuncia contro Renzi e Napolitano perché ‘abusando della loro funzione, hanno esortato pubblicamente, attraverso televisione e stampa nazionale, il popolo italiano all’astensione del referendum del 17 Aprile 2016’.

Secondo il denunciante il reato ascrivibile è quello previsto dall’articolo 98 del D.P.R. n. 361 del 30 marzo 1957, il cosiddetto Testo Unico delle leggi per l’elezione della Camera dei Deputati, che dispone che chiunque, investito di un pubblico potere, abusando delle proprie attribuzioni, si adopera a indurre gli elettori all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Gli stupiti militari non hanno fatto altro che raccogliere l’istanza del signor Santantonio, che chiede ‘una severa punizione dei colpevoli’, ma puntualizza anche ‘se gli stessi, forti della loro posizione, credono nell’impunibilità, sarà il caso che la Procura li smentisca’.