Nella giornata di giovedi 23 giugno 2016 il popolo britannico ha scritto la storia: a seguito di un referendum popolare i fautori del "Leave"(ovvero della volontà di uscire dall'Europa) hanno vinto, contro ogni pronostico alla vigilia, con oltre 17 milioni di voti (raggiungendo una percentuale pari al 51,9%).
L'economia inglese e quella mondiale
Nella mattinata di venerdì i primi risultati concreti di questa storica decisione: già si parla di "black friday" per le borse di tutto il mondo, con la piazza di Tokyo che registra la peggior performance dall'epoca dell'incidente di Fukushima.
Lo spread raggiunge quota 180, anche se è opinione diffusa che possa raggiungere presto la soglia dei 200 punti.
La sterlina, inizialmente volata ai massimi storici sfiorando 1,50 dollari come controvalore, crolla di pari passo con i primi esiti degli scrutini, fino a segnare 1,33 dollari, superando il minimo storico del 1985.
Brexit e crollo della sterlina: cosa cambia per noi
Automatico pensare dunque che anche il cambio euro-sterlina diventi piu favorevole per noi; viaggiare in Europa per turismo e per lavoro, dunque, agli inglesi costerà di piu mentre per gli europei entrare in UK potrebbe essere piu conveniente rispetto al passato.
Secondo molti analisti la Brexit potrebbe avere ripercussioni su tre milioni di posto di lavoro; si stima un 13% di posti di lavoro in UK occupati da cittadini europei, ed una conseguenza potrebbe essere la delocalizzazione di diverse aziende di grandi dimensioni, con relocation e trasferimenti di massa fuori dai confini.
Altra modifica sostanziale per i pensionati britannici residenti all’estero: potrebbero perdere tutti i vantaggi garantiti ai membri della Ue, primo fra tutti l’assistenza sanitaria gratuita fruibile in Europa.
Gli italiani in UK
Gli italiani sono una delle colonie piu presenti in UK: si stima che siano circa 600mila i nostri concittadini che vivono e lavorano nel Regno Unito, cosi come sono circa il 10% (ventimila) gli inglesi presenti nel nostro Paese.
Una conseguenza della Brexit sarà, ad esempio, che i cittadini inglesi che vivono in Italia dovranno iniziare a dotarsi di un "permesso di soggiorno" per poter lavorare e vivere in Italia cosi come negli altri Paesi europei. Inoltre diverse aziende nostrane che esportano abitualmente nel Regno Unito avranno a che fare con i dazi doganali (assenti sino ad ora) che quindi diminuiranno l'appeal per le nostre produzioni interne: i farmaci saranno piu cari al pari dei servizi finanziari, cosi come le tecnologie per le energie rinnovabili e le automobili made in UK vedranno il proprio prezzo aumentare.
Studenti e viaggi in UK
E' ipotizzabile una diminuzione dei costi (visto il cambio favorevole, come detto, tra Euro e Sterlina); tuttavia altre tariffe potrebbero subire aumenti anche rilevanti come nel caso delle rette universitarie che potrebbero aumentare fino al doppio.
In ogni caso siamo soltanto agli inizi di questo processo, presto capiremo meglio.