In occasione del convegno organizzato a Roma da CNCA sul tema “Il gioco d'azzardo, tra prevenzione e cura” questo martedì 29 novembre, Blasting News ha intervistato in esclusiva Paola Binetti, deputata dell'UDC-Area Popolare. Ecco cosa ci ha detto.

Onorevole Binetti, quali sono le prospettive legislative per combattere il gioco d'azzardo?

"La storia della legge su questo tema è una delle vergogne di questa Legislatura, perché è stata approvata all'unanimità in Commissione Affari Sociali nel giugno 2014 e da allora non si è mai riusciti a portarla in Aula e a metterla sotto i riflettori del Governo, in modo che si prendessero provvedimenti seri sul gioco d'azzardo e a tutela del giocatore più debole, ovvero quello dipendente, piuttosto che per gli interessi economici in cui Stato e Governo giocano da monopolisti.

Noi vogliamo davvero che si arrivi a delle norme stringenti già in questi prossimi mesi, se la Legislatura dovesse finire senza averlo fatto ci sarebbe una macchia gravissima e mostrerebbe che al Governo interessa più l'approccio autoreferenziale che non di servizio ai cittadini."

'Governo sempre dalla parte della banche senza risolvere problemi dei cittadini. Vado verso il No al referendum'

Cosa vuole dirci sull'ormai imminente tema del referendum costituzionale?

"Il clima referendario che cerca di strumentalizzare le ragioni del Sì minacciando il fallimento delle banche dovrebbe ricordare che il principale fallimento di questo Governo è quello di essere stato sempre dalla parte delle banche, senza aver risolto i problemi delle persone. Anche utilizzando il gioco d'azzardo per fare cassa, senza vedere che esso impoverisce le famiglie. La Riforma costituzionale è piena di luci e ombre, molte cose erano già presenti nella Riforma berlusconiana bocciate nel 2006, altre sono cose nuove. Alcune cose sono condivisibili, altre pragmaticamente molto difficili da realizzare e in ogni caso richiederanno interventi di modifica perché così sono pasticciate. Ma il giudizio negativo non è tanto sulla Riforma quanto sul modo in cui è stata condotta la campagna referendaria, su essa do un giudizio pesantemente negativo: il Governo ha strumentalizzato in tutti i modi possibili le argomentazioni per il Sì. Ieri il governatore della Campania ha detto che gli sarebbero stati promessi fiumi di soldi se avesse portato i suoi sindaci a votare Sì, è notizia di oggi che il governatore dell'Abruzzo ha fatto un'argomentazione simile. Questa è la politica che non vogliamo, perché piega i bisogni di tutti agli interessi e agli obiettivi di alcuni. Il contenuto del referendum c'entra e non c'entra, ma lo stile della campagna è talmente preoccupante per la democrazia... Questo modus operandi mi sta portando in questo momento a decidere per il No."

Guardando in avanti, dopo il referendum, quali crede che siano le due leggi di cui c'è più urgenza nel Paese?

"Intanto la legge elettorale perché il cosiddetto Italicum è ingiusto, comunque vada il referendum per motivi fisiologici la fine della Legislatura si avvicina, al massimo si voterà nel febbraio 2014, cioè fra 14 mesi.

Inoltre un'altra legge che riguarda più direttamente i temi di cui mi interesso è la Riforma della Sanità, con il combinato disposto fra la Legge Lorenzin e quella della responsabilità civile, che va sotto il nome di "Legge Gelli" ma che ha una lunga storia: mi sembra che di questo ci sia urgente bisogno."