I due politici si sono stretti la mano nel Grande Sala del Popolo a Pechino martedì 1 novembre. L’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e la leader del KMT -Partito nazionalista di Taiwan ora all’opposizione- Hung Hsiu-chu, è servito a rimarcare ancora una volta l’importanza del principio dell'unica Cina e dell’incessante lotta all’indipendentismo fortemente voluta dal governo cinese.

Il governo nazionalista di Chiang Kai-shek si era ritirato sull’isola di Formosa nel 1949, dopo la sconfitta contro i comunisti guidati da Mao, e aveva fondato la Repubblica di Cina con capitale Taipei.

Da allora, il governo era sempre stato nelle mani del KMT, e Pechino non aveva mai smesso di tentare la riconquista dell’isola. Da quest’anno, con la vittoria della democratica Tsai Ing-wen, lo scenario è cambiato e le tensioni non si allentano.

Una o due Cine?

L'attuale presidente progressista di Taiwan Tsai Ing-wen, insediatasi il 20 maggio 2016 con una vittoria schiacciante alle elezioni, pur affermando di rispettare il fatto storico tra i due paesi, non riconosce il cosiddetto Consenso del 1992, secondo cui i governi di Pechino e Taipei sostengono l’esistenza di una sola Cina. Questo evento è stato una delle cause principali del rapido raffreddamento dei rapporti tra l’isola ribelle e la Cina, che avevano ripreso vigore solo poco tempo prima con il tanto atteso storico incontro avvenuto a novembre 2015 tra Xi Jinping e l'allora presidente dell’amministrazione di Taiwan, Ma Ying-jeou.

Da questo punto di vista, infatti, la leader nazionalista Hung Hsiu Chu è considerata più vicina al governo di Pechino. Opponendosi a Tsai Ing-wen attraverso il riconoscimento del Consenso del 1992, la leader del KMT sta tentando abilmente di riallacciare i rapporti bilaterali con la Cina continentale. A dire dell’agenzia di stampa Xinhua, Hung Hsiu-chu è volata infatti a Pechino con l’intenzione di ritrovare l'armonia perduta in seguito all’insediamento di Tsai Ing-wen.

Un incontro significativo

Il fatto che Hung sia riuscita prima di Tsai nell’intento di incontrare il leader cinese Xi Jinping potrebbe avere ripercussioni negative per la figura dell’attuale presidente taiwanese. Infatti, mentre Hung è riuscita a condurre la propria delegazione a Pechino con l’obiettivo di gettare le basi per un dialogo costruttivo, Tsai risente ancora delle tensioni nelle cross-strait relations dovute alla sua elezione a presidente e, soprattutto, al suo rifiuto di riconoscere principi fondamentali per il governo di Pechino, come l’appartenenza di Taiwan alla Cina.

Tuttavia, il 10 ottobre, dopo mesi di silenzio, la prima donna presidente di Taiwan aveva rotto il ghiaccio affermando che i due lati dello stretto avrebbero dovuto sedersi e parlare il prima possibile. Ciò non significa però che Tsai voglia cambiare la propria posizione: la leader sembra essere irremovibilmente intenzionata a mantenere lo status quo nel rapporto Cina-Taiwan, con l’auspicio che il leader della superpotenza rispetti la democrazia dell'isola.

Il presidente Xi Jinping, da parte sua, sembra altrettanto irremovibile: nell’incontro con Hung Hsiu-chu ha ripetutamente sottolineato come i due concetti dell'unica Cina e del Consenso del 1992 debbano essere necessariamente alla base delle future relazioni bilaterali "per assicurare che il Paese non sia separato e per assicurare che gli interessi fondamentali della Nazione cinese siano il comune desiderio di tutto il popolo cinese”.