Più di Matteo Renzi, più di Paolo Gentiloni, è stato Roberto Giachetti a rubare la scena nel corso dell’ultima infuocata assemblea del Partito Democratico. L’ex candidato dem al Campidoglio, dopo aver duramente attaccato il capo della minoranza Roberto Speranza, ha riscosso applausi e consensi. Il suo “hai la faccia come il c..o” ha fotografato la lotta infinita che prosegue tra le correnti democratiche. “Rivendico quella politica dove qualcuno ha ancora l’etica di domandarsi se ha ancora senso stare in una comunità” ha affermato Giachetti, nei confronti di coloro che da tempo all’interno del Pd lavorano non per il bene del partito ma solo per logorare il segretario.

Un concetto chiaro che mette Renzi dinanzi a un bivio: proseguire con la strada della diplomazia o accelerare per la resa dei conti? E poi aprire alle elezioni anticipate nella primavera del 2017 o attendere la naturale scadenza della legislatura? Al Nazareno l’unica cosa certa è la riscoperta di quel Mattarellum tanto osteggiato da Speranza & compagnia in passato. Un motivo in più per perdonare Giachetti che per quella legge elettorale arrivò a lottare invano con uno sciopero della fame.