Giovanni Pitruzzella, Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in un'intervista al Financial Times, ha sostenuto che "in politica la post-verità è uno dei motori del populismo e una delle minacce alla nostra democrazia".

Nell'intervista ha suggerito ai paesi dell'UE di dotarsi di una rete di agenzie pubbliche, tipo quelle del sistema antitrust, per combattere le notizie false su internet. Una specie di controllore pubblico, che rileva le bufale sul WEB, provvede alla rimozione e poi a sanzionare i i trasgressori.

Continuando con l'intervista ha detto di essere ad un bivio: "lasciare internet come un Far West, oppure imporre regole che tengano conto che la comunicazione è cambiata".

Quindi secondo Pitruzzella, il Web necessiti di un controllore pubblico, che vigili su internet per evitare che vengano pubblicate delle bufale. In effetti ci vorrebbero delle regole, perché a volte davvero si fa tanta fatica a interpretare la veridicità di un'informazione, anche se a volte basta risalire alla fonte, per capire se è una bufala o meno.

In questo modo, però, si rischia una certa forma di censura, soprattutto se l'organo di controllo è politicizzato. Potrebbe succedere che una notizia veritiera risulti falsa e viceversa. Lasciando in circolazione solo le notizie che gli convengono, distorcendo i fatti a proprio uso e consumo. E proprio su questo che Beppe GRILLO, leader del M5S, ha attaccato Pitruzzella, intitolando un posto sul suo blog: "Le post cazzate dei nuovi inquisitori".

Infatti Grillo è partito all'attacco accusando il Presidente di volere un Tribunale per punire e controllare chi li "sgama". Tutto nasce dal fatto che durante l'intervista Pitruzzella afferma che "in politica la post-verità è uno dei motori del populismo e una delle minacce alla nostra democrazia".

Grillo ha accusato Petruzzella di volere un "Tribunale d'inquisizione", controllato dai partiti di governo che decida se una notizia è vera o è falsa.

Inoltre ha criticato anche il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per aver affermato che "gli strappi nel tessuto sociale del paese, sono causati da internet".

Internet è un grande strumento globale d'informazione, dove si possono trovare dati, informazioni e opinioni su molteplici argomenti. Molte volte può essere distorsivo e persuasivo. Per tale ragione è bene che sia usato in modo responsabile anche se solitamente viene usato "a proprio uso e consumo", non solo dalla gente comune, talvolta anche dalle "Istituzioni pubbliche".