Benoît Hamon è il candidato ufficiale del Partito Socialista francese alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 23 aprile e, in caso di ballottaggio, il 7 maggio, per decidere il successore di François Hollande.

Questo il verdetto uscito dalle urne delle elezioni primarie di domenica scorsa, nelle quali Hamon ha battuto l’ex ministro dell’Interno Manuel Valls con il 59% dei voti, contro il 41% del candidato sconfitto.

Hamon e la sua esperienza politica nel partito

Il vincitore è bretone di Saint-Renan, un villaggio posto proprio sulla punta occidentale della penisola francese, in vista dell’Atlantico e ha trascorso gran parte dell’infanzia in Senegal, dove, per lavoro, si erano trasferiti i suoi genitori.

Rientrato in Francia, a vent’anni prende la tessera del Partito Socialista e si diploma in studi storici, dopo un’intensa attività nel sindacato degli studenti.

Nel 1993 è leader del Movimento dei giovani socialisti; poi si candida alle politiche, senza fortuna. Riesce a farsi eleggere nel 2004 e, l’anno dopo, è nominato segretario nazionale del Partito Socialista per due anni. Nel maggio del 2012 è Ministro dell'Economia sociale e solidale del governo Ayrault, poi Ministro dell'Educazione nazionale e della ricerca nel governo Valls, l’avversario da lui sconfitto nella corsa alla candidatura socialista.

Quante probabilità di successo ha oggi Hamon

Le consultazioni appena tenutesi, pur avendo avuto un buon riscontro elettorale (quasi due milioni di votanti), tuttavia, riflettono la crisi che attualmente versa il socialismo francese.

Due suoi esponenti di peso, infatti, hanno deciso di correre da soli e non hanno partecipato alle primarie: l’ex ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, e Jean-Luc Mélenchon, un antico esponente che si vanta di essere stato tra i fondatori del partito.

Il sondaggio elettorale diffuso, meno di due settimane fa, dal quotidiano Le Monde, vede in testa, al primo turno, la candidata di estrema destra Marine Le Pen, leader del Front National, con il 26%.

Segue, con il 25%, il candidato di centro-destra Francois Fillon. Per quanto riguarda i candidati di centro-sinistra, a Macron andrebbe il 21% dei voti; a Melenchon il 14%, mentre il candidato ufficiale del partito (ancora non si conosceva chi fosse) non avrebbe superato il 10%.

E’vero che i sondaggi elettorali francesi sembrano ancor meno affidabili di quelli delle presidenziali USA e dell’Inghilterra del referendum sulla Brexit, dato che avevano dato Juppé (poi sconfitto da Fillon) come candidato di centro-destra e, alle primarie del PS, Hamon addirittura terzo, dietro Valls e Montebourg.

Ma, se la situazione è tale, per Benoit Hamon non sembra esserci scampo.

Chi sarà l’avversario di Hamon in caso di ballottaggio?

L’unica sua chance potrebbe essere quella di riuscire a coagulare tutto il voto della sinistra francese che, al momento, sembra essersi disperso su tre candidati (Macron, Melenchon e lo stesso Hamon). La sinistra e il centro-sinistra, infatti, rappresentano pur sempre, analizzando i dati, un 45% dell’elettorato. Ma anche in tal caso tutto sarebbe rimandato al ballottaggio.

Per sperare nella eventuale vittoria, a questo punto, sarà decisiva la collocazione politica dell’avversario. Se dovrà vedersela con Fillon, è difficile che gli elettori di estrema destra possano votare il candidato socialista.

Ma anche se si trovasse di fronte Marine Le Pen, per Hamon sembrano esserci poche speranze. Il vento populista e di destra che soffia in tutta europa e nel mondo occidentale, pare troppo forte per essere contrastato efficacemente anche nella patria della Rivoluzione del 1789.