La domenica del 29 gennaio 2017 porta importanti spunti di riflessione in casa Pd dove dal giorno successivo alla sconfitta chiara e precisa di Renzi, si sta assistendo ad una guerra e lotta tra le fazioni, tante e confuse, che agitano il partito democratico.
Le accuse di Michele Emiliano
Intervistato all'interno della trasmissione Rai In Mezz'ora, Michele Emiliano, governatore della Puglia, accusa senza mezzi termini Matteo Renzi di utilizzare lo spazio politico, o quel poco che gli è rimasto, solo ed esclusivamente per salvare il suo personale investimento.
Matteo Renzi, secondo Emiliano, non starebbe rispettando le norme dello statuto del partito democratico, che imporrebbero una immediata apertura del congresso. Nulla importa al segretario Renzi, continua, se questo si tradurrà in una sonora sconfitta alle future elezioni, purchè lui difenda quel poco di consenso che gli è rimasto.
Alla domanda sulla ipotesi di scissione e sul "via liberi tutti" pronunciato giorni fa da D'Alema, Emiliano ribadisce che in questa fase politica è necessario un immediato congresso e se Renzi lo nega vorrà dire che darà vita a spese proprie alla vera scissione nel partito democratico. "Dei 1000 giorni di Renzi non è rimasto ormai nulla", continua l'ex magistrato, denunciando il peso del PD nell'aver sprecato un periodo ampio di tre anni per migliorare l'Italia e che invece si è utilizzato solo per creare un ventennio di governo aggrappato ad una solo persona.
Emiliano si candida?
Solo se necessario. O almeno è quello che ribadisce durante l'intervista sostenendo la necessità di presentare al prossimo congresso una alternativa al segretario uscente e tale alternativa potrà anche contare su di lui se gli altri lo riterranno opportuno. La guerra di potere nel partito democratico è iniziata e nel frattempo Matteo Renzi prova a dare acqua al suo orticello ormai scarno di consensi attraverso un blog personale, un ritorno al dibattito forse già visto e poco convinto con post auto-celebrativi di risparmi alla spesa pubblica e alla sanità nati dal lavoro del suo governo e che solo adesso inizieranno a rendersi applicabili.