Mezza Italia è in attesa di capire se domenica prossima, 19 febbraio, al termine dell’assemblea nazionale del Pd, la minoranza abbandonerà il partito, divenuto ormai feudo personale di Matteo Renzi, per dare vita ad una scissione. Intanto, a Sinistra del segretario Dem, si muove e si rimescola un mondo magmatico fatto di persone, partiti e movimenti in cerca di un posto al sole (Rosso, possibilmente). Al momento, nel Pd, le truppe di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani sono date già come scissioniste. Ancora incerti sul da farsi i candidati alla segreteria Roberto Speranza (bersaniano), Enrico Rossi e Michele Emiliano, quest’ultimo spalleggiato dall’ex lettiano Francesco Boccia.

Restano ancora fedeli al renzismo il ‘democristiano’ Dario Franceschini e i ‘giovani turchi’ della fazione del presidente del partito Matteo Orfini (dato come reggente del partito dopo le probabili dimissioni di Renzi), in rotta di collisione con gli altri ‘turchi’ di Andrea Orlando, il Guardasigilli ancora incerto se candidarsi alla segreteria o strappare. Da ultimo, si è aggiunto l’ultimo segretario del Pci, Achille Occhetto, quello della Bolognina, a cercare di ricucire un partito nato però, sono parole sue, da una “fusione a freddo tra apparati” (quello comunista e quello democristiano ndr).

Se tra i Dem regna il caos totale, non se la passano certo meglio tutte quelle formazioni politiche schierate a Sinistra del Pd.

A cominciare dall’ancora embrionale idea di fondare un Nuovo Ulivo da parte dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, spalleggiato dalla presidente della Camera, ex vendoliana, Laura Boldrini. Il progetto di Pisapia viene criticato da sinistra perché ritenuto funzionale a fare da stampella al PdR, e da destra perché considerato troppo di sinistra.

Un rebus per ora irrisolvibile.

Se fino a qui la situazione si rivela abbastanza ingarbugliata, a complicare ancora di più le cose ci si mette Sinistra Italiana. Nasce ufficialmente proprio in questo fine settimana, con il congresso fondativo di Rimini, il partito che riunisce esponenti di Sel ad alcuni fuoriusciti dal Pd come Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre.

Il record stabilito da SI ha dell’incredibile: nascere già scisso. Infatti, la minoranza guidata da Arturo Scotto, che può contare su 16 dei 31 parlamentari eletti, non si riconosce nelle tesi portate avanti dalla maggioranza di Nicola Fratoianni, pupillo di Nichi Vendola. I ‘fratoiannisti’ vogliono tirare dritti sulla costituzione dell’ennesimo partitino di sinistra, pronto poi a fare alleanze in funzione antirenziana. Gli ‘scottiani’, invece, teorizzano un rassemblement della sinistra di cui sopra “per costruire un’alternativa a Renzi”. Posizioni quasi speculari che, di certo, vengono viste come ‘operazioni di Palazzo’ dai potenziali elettori. Chiudiamo con il movimento Possibile di Pippo Civati, che per ora si tiene le mani libere in attesa di capire dove tira il vento di sinistra.