La Mezzaluna Rossa Internazionale Libica (Red Crescent) ha riferito poco fa in un comunicato stampa che 74 corpi senza vita sono stati ritrovati questa mattina sulla spiaggia dell'avamposto occidentale di Zawiya, sulle coste del Mar Mediterraneo.
Il portavoce dell'organizzazione umanitaria Mohammed al-Misrati ha dichiarato alla Associated Press (AP) che le le cause dell'annegamento dei rifugiati - uomini, donne e bambini - non sono state ancora chiarite.
L'agenzia ha postato poco fa sul suo account Twitter numerose foto che riproducono decine e decine di cadaveri all'interno di sacchi bianchi o neri, allineati lungo la battigia.
Misrati ha anche comunicato che le autorità locali si assumeranno l'onere di trasportare le vittime presso un cimitero della capitale libica, Tripoli, in un'area destinata ai corpi non ancora identificati.
Un piano controverso
Nel corso del recente vertice a Malta i leaders dell'Unione Europea avevano concordato un nuovo programma per contribuire ad arginare il flusso degli immigrati provenienti dai Paesi del Nord Africa.
L'Assemblea aveva anche deliberato - in quella occasione - uno stanziamento di 200 milioni di euro (215 milioni di dollari) per indurre il fragile governo libico ad intensificare gli sforzi nel fermare le imbarcazioni di migranti nelle acque territoriali del Paese e "porre fine al modello di business criminale" grazie al quale i trafficanti sono riusciti ad introdurre clandestinamente in Europa lo scorso anno attraverso la Libia e l'Italia oltre 181,000 persone.
Secondo il piano, la UE avrebbe dovuto fornire anche il supporto per la creazione di campi profughi "sicuri" in Libia e per il rimpatrio volontario dei rifugiati che manifestano il desiderio di tornare nel proprio paese di origine.
L'annuncio aveva suscitato la reazione negativa delle associazioni umanitarie secondo le quali il piano esponeva pericolosamente i rifugiati ad ulteriori rischi ed abusi.
Le morti in mare hanno registrato nel frattempo un allarmante picco negli ultimi mesi raggiungendo livelli recordo proprio lungo le rotte tra Libia e Italia nel Mediterraneo.
Secondo una recente stima delle Nazioni Unite almeno 230 persone (escluse le 74 vittime appena ritrovate) sarebbero morte in queste tratte dall'inizio del 2017, vale a dire in meno di due mesi.
Oltre 4500 hanno perso la vita lo scorso anno nel tentativo di raggiungere le coste europee. Praticamente una strage infinita.