Una tempesta nel mare del Partito Democratico. La bomba l'aveva già lanciata Massimo D'Alema in un'intervista a "Carta Bianca" su Raitre: "Se nella sinistra si formerà un nuovo partito sicuramente supererà il 10% dei voti. Lo dico perché ho fatto fare delle ricerche", aggiungendo "Che ci sono, per esempio, tra i tre e i cinque milioni di elettori della sinistra che non votano più per il Pd, quelli si sono già scissi. Già l'obiettivo di recuperarli avrebbe un non irrilevante valore".

Dichiarazioni indubbiamente importanti, se si tiene conto che provengono da uno dei massimi esponenti della sinistra italiana, che ha commentato come "nel Pd sia in atto da tempo una deriva neocentrista nelle politiche su banche, lavoro, utilizzo della flessibilità".

Inoltre D'Alema ha accusato il Pd di "Iniettare populismo a bassa intensità: se ci si mette a fare gli imitatori di Grillo e di Salvini, gli elettori sceglieranno l’originale".

A queste accuse è seguito l'intervento di Bersani, che ha parlato di "scissione già avvenuta tra la nostra gente. E io mi chiedo come possiamo recuperare quella gente lì", aggiungendo che "Il problema è se siamo il Pd o il Pdr, il Partito di Renzi. Io da Renzi non mi aspetto nulla, ma chi ha buon senso ce lo metta. Perché siamo a un bivio molto serio".

C'è chi cerca di evitare la scissione

Oltre ovviamente a Renzi, ci sono altri esponenti del Partito Democratico che stanno cercando di evitare una clamorosa scissione, che rischierebbe di avere effetti deleteri per il centro-sinistra in vista delle elezioni.

Piero Fassino, in una lettera pubblicata si un noto giornale online, si rivolge direttamente a Pierluigi Bersani, chiedendogli: "Fermatevi anche voi, nessuno ci perdonerebbe una scissione nel Pd. Il tuo appello 'fermatevi' vale anche per chi pensa che la scissione sia ormai inevitabile. Nulla è inevitabile. Di ogni scelta solo noi siamo arbitri e artefici.

E pur se i margini sono stretti abbiamo il dovere politico - e anche morale - di verificare se c'è ancora una strada". Quest'appello dell'ex sindaco di Torino nasce dal timore che una scissione spianerebbe la strada al M5S e al centro-destra.

Al coro dei no alla spaccatura si aggiungono le voci dell'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e del Ministro Dario Franceschini.

Entrambi auspicano di "Evitare una scissione nel Pd, che sarebbe non solo un peccato, non solo una sconfitta, ma una sciagura per il Paese". Il Ministro dei Beni Culturali, inoltre, aggiunge che "chi ha più responsabilità, ovvero Renzi, dev'essere anche il più generoso. Deve mettere in campo l'impegno maggiore".

Nonostante il sondaggio effettuato da Euromedia Research per la trasmissione di La7 "L'Aria che tira" dimostri come la maggior parte degli elettori sia ancora dalla parte dell'ex Premier, per il bene del centro-sinistra Renzi dovrebbe fare un passo indietro, ammettendo di aver voluto accentrare troppo sulla sua persona un intero partito. Il segretario del Pd dovrebbe ascoltare quella minoranza che per troppo tempo ha voluto lasciare nell'ombra e che adesso sta manifestando tutto il suo scontento.