Nella politica italiana ormai bastano pochi giorni e gli scenari possono cambiare anche repentinamente. Se fino alla settimana scorsa appariva molto probabile un'accelerazione verso il voto anticipato, nelle ultime ore sta invece prendendo piede l'ipotesi di un allontanamento delle elezioni politiche. Evenienza che in casa Pd significherebbe Congresso prima delle urne e allontanerebbe anche il possibile addio dell'area vicina a Massimo D'Alema, che da un paio di settimane ha dato vita a "Consenso". La quale potrebbe anche puntare a una sorta di ricucitura dei rapporti interni al partito.
D'Alema rimanda la scissione e nel PD si pensa a un segretario di mediazione
Conferme indirette in tal senso arrivano da un'ampia intervista che lo stesso D'Alema ha rilasciato questo 9 febbraio a Repubblica. Così possono essere infatti interpretate le sue parole: "Se prevalgono buon senso e responsabilità riprenderà il percorso ordinario che porta al congresso del Pd. Ma l'obiettivo resta la discontinuità con la stagione renziana. Serve un cambio di contenuti e di guida". E poi ancora: "Quando ci saranno il congresso e i candidati farò le mie valutazioni. Oggi registro che da Bersani a Speranza, Emiliano, Rossi, sosteniamo posizioni simili e lo stesso Cuperlo ha più volte sottolineato che Renzi non può essere la guida adeguata di un nuovo centrosinistra".
Secondo indiscrezioni raccolte nelle ultime ore vi è la possibilità che, sventata la possibile scissione, si provi anche a trovare una sintesi dentro al PD cercando un candidato segretario che possa andar bene quasi a tutti o che almeno non sia inviso quasi a nessuno: una figura di sintesi fra la sinistra interna e l'area vicina a Matteo Renzi, il quale potrebbe a quel punto concentrarsi sulla corsa a Premier.
Secondo alcune voci che girano in ambienti parlamentari un nome in tal senso potrebbe essere quello di Maurizio Martina, attuale ministro delle Politiche Agricole ed esponente dell'area "Sinistra è cambiamento". Una personalità che ha votato Sì al referendum, ma anche ben vista da aree della sinistra interna. Ipotesi forse difficile da attuare, ma non da escludersi a priori.
Una nuova scissione a sinistra?
Le parole di D'Alema sono però significative se messe in relazione anche con quanto sta avvenendo a sinistra ma fuori dal PD. A una precisa domanda sulle possibili alleanze con Vendola e il resto della sinistra, infatti D'Alema ha risposto: "Non ho mai fatto parte della sinistra della sinistra, ma sempre del centro della sinistra. Sono solo preoccupato per il mio Paese. Il nostro gruppo dirigente appare debole e confuso".
Va ricordato infatti che in queste settimane sono in corso numerose polemiche attorno al congresso nazionale di Sinistra Italiana: l'area che fa riferimento al capogruppo alla Camera Arturo Scotto ha infatti disertato i congressi locali e, salvo eventi clamorosi, non sarà presente all'assise nazionale di Rimini del 17, 18 e 19 febbraio.
Anzi per questa domenica 12 febbraio Scotto e l'area "Alternative" hanno convocato a Roma, presso il Teatro Ambra Jovinelli, un'assemblea dal titolo "Si apre" che potrebbe, il condizionale è d'obbligo, anche rappresentare l'addio definitivo al percorso di SI. Evenienza che peraltro avrebbe ripercussioni parlamentari e costringerebbe Scotto e i deputati a lui vicini a formalizzare la nascita di un nuovo gruppo, che sul piano politico guarda con simpatia alla ricostruzione di un campo largo di centrosinistra, come evocato da tempo da parte di Giuliano Pisapia. La quale passerebbe dalla creazione di una lista elettorale proprio con coloro che potrebbero uscire dal PD prima delle elezioni.
Ma come detto, l'arretramento di Massimo D'Alema sulla possibile imminente scissione dal PD, potrebbe almeno in parte "rompere le uova nel paniere" a chi punta nel breve periodo a ricostruire una sinistra di Governo numericamente consistente. Anche se, come dicevamo, nella politica italiana tutto può cambiare in pochi giorni... se son rose fioriranno.