Probabilmente Jeroen Dijsselbloem non pensava che la sua intervista rilasciata al giornale tedesco Frankfurter Allgmeine Zeitung avrebbe scatenato un terremoto politico e mediatico fra le cancellerie europee. La frase incriminata è contenuta in un passaggio in cui Dijsselbloem ha accusato più o meno apertamente gli Europei del Sud di essere degli spendaccioni dediti all'alcol e alle donne. Davvero non il messaggio più adatto nella giornata in cui si celebrava a Roma l'Anniversario dei Trattati istitutivi della Comunità europea. Per Dijsselbloem sono subito arrivate le richieste di scuse e di dimissioni, fra cui quelle rivoltegli dell'ex Premier Matteo Renzi.
Dijsselbloem: "Sono stato frainteso. Mi dispiace"
Solo in serata è arrivata una sua parziale ritrattazione con la quale ha provato a mettere una toppa su una frittata che però sembrava ormai essere fatta. "Mi riferivo a me stesso - ha provato a giustificarsi Jeron Dijsselbloem - e mi spiace se qualcuno si è offeso". Non appaiono però sufficienti le sue parole dopo una giornata davvero tesa nei palazzi di Strasburgo e Bruxelles. Ad aprire la polemica all'indirizzo di Dijsselbloem sono stati gli Spagnoli che nel corso di un suo intervento a Strasburgo lo hanno interrotto esigendo scuse immediate. Richiesta di dimissioni anche dal M5s e del Gruppo dei Democratici a Strasburgo che sono fra i principali azionisti del Psoe, gruppo politico al quale appartiene lo stesso Jeron Dijsselbloem.
Le uniche parole di difesa sono arrivate ovviamente dai rigoristi di Berlino che hanno parlato attraverso il Ministro delle finanze tedesco Schauble che, senza entrare nel merito delle parole del Presidente dell'Eurogruppo, si è limitato a confermare l'apprezzamento per il suo lavoro.
Ma chi è Jeroen Dijsselbloem?
Ministro delle Finanze olandese e Presidente dell' Eurogruppo, il consesso che riunisce i ministri delle Finanze europee, membro del Partito del Lavoro olandese e in quanto tale aderente alla famiglia del Partito socialista europeo.
"Calvinista" convinto come da lui stesso sottolineato nell'odierno tentativo di sopire le polemiche scatenate con le sue certamente infelici parole sugli Europei del Sud. Salì agli onori della cronaca ai tempi dei negoziati fra Ue e Grecia ai tempi del primo Governo Tispras, quando Dijsselbloem ingaggiò un pesante scontro con l'allora Ministro delle Finanze greco Varoufakis prima della sua uscita dall'Esecutivo d'Atene per le sue polemiche sulla trojka.
Da oggi sicuramente Dijsselbloem oltre a diventare una prova linguistica per sapere come si pronuncia, diventerà, suo malgrado, il simbolo di una burocrazia responsabile in parte del disamore dei cittadini verso questa Europa.