Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alza il tiro nella crisi internazionale nordcoreana. La CIA ha annunciato di aver creato la prima task force dedicata esclusivamente a fronteggiare la minaccia nucleare del regime della Corea del Nord. Il progetto prende il nome di "Korea mission center". Il presidente americano ha autorizzato, di fatto, la concentrazione di uomini e mezzi da tutte le altre agenzie federali nella Kmc, in modo da renderla immediatamente operativa.

Quali saranno i compiti della Kmc?

Secondo quanto rivelano i media americani e fonti anonime dell'amministrazione, la "Korea mission center", come anche le task force simili create per il Medio Oriente e l'Africa, ha il compito di coordinare le varie attività e missioni degli agenti Cia contro il programma missilistico e nucleare nordcoreano.

Indirettamente, questo nuovo sviluppo suggerisce un atteggiamento più aggressivo da parte degli Stati Uniti d'America nei confronti di Pyongyang. A capo della struttura sarà posto, come ha dichiarato il capo della Cia Mike Pompeo, un agente con grande esperienza internazionale. Il dirigente non ha voluto rivelare, per il momento, il nome dello 007 prescelto. Il numero 1 della Cia ha anche spiegato, ulteriormente, che questa nuova task force renderà più efficaci le strategie di contrasto alla proliferazione nucleare nordcoreana.

La strategia di risoluzione diplomatica intanto prosegue

Dopo le dichiarazioni di pace da parte del nuovo presidente della Corea del Sud, Moon Jae-In, nei confronti della Corea del Nord, anche la Cina si è mossa di conseguenza.

Infatti il presidente cinese, Xi Jinping, ha dichiarato che il suo Paese è pronto a collaborare attivamente con lo Stato sudcoreano, per una completa denuclearizzazione della penisola coreana. Questa dichiarazione è stata rilasciata direttamente dal leader cinese nel corso di una telefonata storica al neo eletto presidente della Corea del Sud.

È la prima volta, infatti, che un capo di Stato cinese telefona al suo omologo sudcoreano per congratularsi con lui.

Il leader cinese ha fatto riferimento anche alla necessità di "rafforzare la fiducia" tra i due Paesi e "gestire le dispute", un velato riferimento, probabilmente, allo scudo antimissile Thaad, che gli Stati Uniti hanno predisposto in Corea del Sud, e che la Cina non vede di buon occhio. La Cina, infatti, teme che lo scudo possa costituire una testa di ponte da parte occidentale, per potersi intromettere nei suoi sistemi di sicurezza.