“Una sola parola: grazie. Abbiamo abbondantemente superato l'80 per cento dei voti! Ora l'obiettivo è mandare a casa Matteo Renzi, Angelino Alfano, Maria Elena Boschi e Laura Boldrini, bloccare l’invasione clandestina che è in corso, rilanciare il mercato del lavoro e la speranza in Italia. Se voi siete pronti, io ci sono. Insieme si vince!”. Queste le parole di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, postate sulla sua pagina Facebook. I commenti di celebrazione a favore del segretario, tra i quasi 2 milioni di follower sul social network, sono stati centinaia.
La leadership rinnovata di Matteo Salvini
Salvini è stato confermato alla guida del partito con l’82,7% dei voti. Ha vinto sull’altro candidato delle primarie della Lega Nord, Gianni Fava, il consigliere di Agricoltura della regione Lombardia ed ex parlamentare. Fava è molto vicino alla corrente interna di Roberto Maroni ed Umberto Bossi.
Il nuovo obiettivo del segretario del partito
A differenza delle primarie del Partito Democratico, nel processo elettorale interno della Lega Nord soltanto i militanti del partito hanno diritto al voto. Salvini, che è segretario federale del partito dall’anno 2013, ha ringraziato ai suoi sostenitori e ha insistito che l’obiettivo politico principale ora è rinnovare la classe dirigente del Paese.
La mappatura del voto per regioni
Nelle regioni del Nord del Paese Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli e Veneto, la preferenza per Salvini è stata quasi generale (Fava invece l’1-2 per cento), escludendo però il voto nella città di Milano. Nelle regioni del centro-nord, il quadro del voto delle primarie della Lega Nord è stato più diviso del 2013.
Infine, in Toscana e in Umbria, Fava ha raccolto il 30 per cento delle preferenze.
La proposta politica (perdente) di Fava
I due modelli proposti erano molto diversi. Fava è sempre stato critico sulla ricerca di nuovi elettori al Sud del Paese, distanziandosi dal progetto di fare diventare la Lega Nord un partito nazionale. Il consigliere regionale aveva rivendicato la posizione della Lega Nord come un partito di natura sindacale per gli imprenditori del nord del Paese.
Ha anche criticato le sintonie di Salvini verso leader di tendenza populista come l’americano Donald Trump e la francese Marine Le Pen.
L’ambizione nazionale di Matteo Salvini
Matteo Salvini, d'altro canto, ha voluto presentarsi come un partito più trasversale, una specie di coalizione del centrodestra. Ha abbandonato lo slogan del partito “Roma ladra” e si è concentrato nelle critiche contro l’Unione europea, l’euro e il flusso migratorio. La scommessa per questa proposta è stata ben accolta dai militanti. Il segretario della Lega Nord sta già preparando il terreno per le prossime elezioni politiche.
La posizione del fondatore Umberto Bossi
Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord e presidente del partito, aveva espresso il desiderio di sconfiggere Matteo Salvini nelle primarie.
Per lui, che ha guidato il movimento per più di 23 anni, la vittoria di Salvini che “vuole portare il partito al sud è la fine della Lega […] Una Lega nazionale è una pazzia”. Prima delle primarie, Bossi ha detto che nel caso del trionfo di Salvini, lui avrebbe abbandonato il partito.
Un'unica voce
Salvini invece ha preso con ironia la posizione di Bossi: “Io non caccio nessuno, ma da adesso la Lega avrà un’unica voce. Chi vuole dire qualcosa di diverso lo dovrà fare fuori dalla porta […] Adesso l’obbiettivo è mandare a casa Renzi. La nomina ufficiale di Salvini sarà a Parma il 21 maggio, giorno del Congresso del partito.