Non ci sono i numeri per approvare il nuovo disegno di legge, ma lo Ius Soli resta una priorità nell’agenda politica del Partito Democratico. Luigi Zanda, capogruppo dem in Senato, ha fatto fatica a mandar giù il brusco stop a un provvedimento da molti atteso da tempo. Svaniscono (ma non ancora definitivamente) le speranze di centinaia nativi italiani pronti a festeggiare il diritto acquisito della cittadinanza. Se nel Centrosinistra si grida allo scandalo, dall’altra parte della barricata a esultare sono in molti. Di più, si fa fatica a contenere la ressa di chi prova a intestarsi una vittoria che sarebbe giusto definire ideologica.

Scongiurata la crisi di governo che si sarebbe aperta a Palazzo Madama con lo stop al testo, dal Nazareno sono ripartite frenetiche le trattative per trovare consensi e mettere al sicuro la maggioranza. A defilarsi, così come preannunciato, è stata Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che ne ha fatto la battaglia della vita. In egual modo Matteo Salvini non ha avuto dubbi su di chi fossero i meriti del caso: “Una vittoria della Lega e del buon senso”. L’altra faccia della medaglia l’ha mostrata l’ex ministro del PD, Cecile Kyenge, spesso bersaglio di attacchi a sfondo razziale dei suoi avversari: “Sconfitta e delusione”.