Il mandato di Ignazio Visco come governatore della Banca d’Italia scade il 31 ottobre prossimo. Ieri, 17 ottobre, il Partito Democratico guidato da Matteo Renzi ha presentato e fatto approvare una mozione contro di lui alla Camera. In pratica, il documento cha ha come prima firmataria la deputata Silvia Fregolent (descritta come molto vicina a Maria Elena Boschi), pur non facendo direttamente il nome di Visco, chiede di trovare un sostituto alla guida di Palazzo Koch. Anche se il Giglio Magico, per bocca della Fregolent, giura di non avercela con Visco, l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli (già poco tenero con la famiglia Boschi) definisce “eversiva e inquietante” la mozione Dem.

I retroscena pubblicati da diversi quotidiani, poi, descrivono il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella come furiosi nei confronti del ‘colpo basso’ tirato dai renziani. Irrituale per un partito, infatti, entrare a gamba tesa sulle nomine di Bankitalia spettanti al governo. Ma Renzi tira dritto, consapevole che, molto probabilmente, Visco sarà riconfermato, rischiando però di vedersi addossare tutte le colpe per i recenti crack bancari. Il tutto a vantaggio della famiglia Boschi, implicata nel fallimento di Banca Etruria.

Il piano di Renzi contro Visco

Il sospetto venuto a diversi analisti è che Matteo Renzi non abbia l’intenzione concreta di sostituire Ignazio Visco alla guida di Bankitalia, ma solo lo scopo di addossare sulla sua figura la responsabilità delle recenti crisi bancarie (banche venete, Mps, Banca Etruria).

Durante la campagna elettorale (partita proprio ieri insieme al suo treno), infatti, il segretario Pd potrà affermare di aver cercato di liberarsi di Visco, ma che Gentiloni e Mattarella, con il consenso del governatore Bce Mario Draghi, hanno optato per la sua riconferma. Visco potrebbe presto venire audito dalla Commissione parlamentare sulle banche appena istituita, con la presidenza affidata a Pier Ferdinando Casini.

Una sorta di minaccia contro il governatore che, infatti, come contro-minaccia, ha già fatto sapere di essere pronto a ‘vuotare il sacco’, anche sul fatto di avere agito sempre “in continuo contatto col governo” Renzi.

Le false assicurazioni della Fregolent e i sospetti di De Bortoli su un disegno eversivo

“Non ce l’abbiamo con Visco, altrimenti avremmo scritto in maniera trasparente il nome di Visco”.

Così questa mattina, ai microfoni di Radio 1, la vice presidente dei deputati Pd, Silvia Fregolent, molto vicina a Maria Elena Boschi, ha provato a sviare i sospetti di un ‘golpetto’ parlamentare contro l’autonomia della Banca d’Italia sancita dalla Costituzione. Il Giglio Magico, di cui lei è sospetta portavoce, ci tiene a precisare che “il governo non abbia vigilato sulle banche, non è vero, non spettava al governo vigilare. Chi doveva vigilare è un istituto che si chiama Banca d'Italia”. A questa versione autoassolutoria del Pd non crede, però, Ferruccio De Bortoli. L’ex direttore del Corriere della Sera - che in un recente passato aveva parlato di “stantio odore di massoneria” facendo riferimento a Renzi e aveva rivelato il super attivismo della Boschi con Federico Ghizzoni (ex ad Unicredit) e altri banchieri nel tentativo di allontanare babbo Pier Luigi dallo scandalo Banca Etruria - si è fatto un’idea completamente opposta della vicenda Visco. Questo il contenuto del suo tweet, pubblicato ieri pomeriggio: “C'è qualcosa di eversivo e di inquietante nella mozione Pd contro il governatore della Banca d'Italia, Visco”.