Al termine della Direzione Pd, tenutasi nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre, i mass media hanno cominciato a battere la notizia del cambio di rotta del segretario Matteo Renzi in merito ad una coalizione, definita di centrosinistra, da presentare alle prossime elezioni politiche. Tutto merito, o colpa, della nuova legge elettorale in cantiere, il cosiddetto Rosatellum bis, che obbliga le formazioni politiche a stringere alleanze. Il pensiero dei commentatori, naturalmente, è corso verso Mdp-Articolo 1, il movimento politico fondato dai transfughi del Nazareno capitanati da Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani.

Ma Renzi non avrebbe alcuna intenzione di riaccogliere nella casa del centrosinistra il figliol prodigo Lìder Massimo e i suoi compagni. La sua idea di centrosinistra è un’alleanza con Campo Progressista di Giuliano Pisapia, Alternativa Popolare di Angelino Alfano, una pattuglia Radicale con a capo Emma Bonino e, addirittura, una eventuale nuova lista centrista agli ordini del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

‘Quelli di Mdp non sono nostri nemici, semplicemente perché non esistono’

Al dilemma sul fatto che la paventata nuova alleanza di centrosinistra possa comprendere o meno il partito di D’Alema e Bersani prova a rispondere su Huffington Post la giornalista Angela Mauro, sempre informatissima sulle questioni interne ai Dem.

“Quelli di Mdp non sono nostri nemici semplicemente perché non esistono”, le avrebbero confidato alcuni dei presenti alla Direzione Pd di ieri. Una chiusura a doppia mandata, anche se il segretario, pubblicamente, ha affermato che “i nemici non sono coloro che se ne sono andati da qui”. Fatto sta che, alleanza con Mdp o meno, Renzi pone l’aut aut ai suoi: “O Rosatellum o ci teniamo il Consultellum.

Tertium non datur”. Rosatellum che vuol dire coalizioni il più ampie possibile, anche con i ‘partiti cespuglio’ che non raggiungeranno nemmeno l’1%.

Le razioni negative: legge elettorale ‘abominevole merdellum’

Le reazioni negative alla svolta di 180° compiuta da Renzi sulla possibile coalizione di centrosinistra, non sono tardate ad arrivare.

Tra le file dei Dem, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, capo della minoranza interna, ha sottolineato la necessità di mantenere aperto un “dialogo con Mdp”. Mentre Gianni Cuperlo spinge per costruire una “coalizione larga e inclusiva”. Di ben altro tenore il commento dell’esponente M5S Danilo Toninelli, secondo il quale il Rosatellum potrebbe essere definito tranquillamente “merdellum” perché “solo una mer** può mettere insieme le coalizioni, le ammucchiate, il raddoppio delle pluricandidature, i favori alle liste civetta, l'assenza di preferenze”.